È da poco passata la mezzanotte. È il 4 novembre. È notte e ad Avellino le auto in circolazione stanno prograssivamente diminuendo.
Luogo? Via Giacomo Matteotti, martire del fascismo. Ai piedi del monumento ai caduti due fumogeni e uno striscione srotolato…ad Avellino, nel silenzio del buio, fa capolino Casapound.
Casapound torna ad Avellino la notte del 4 novembre
“4. 11. Festa nazionale. Onora la vittoria“. È questa la scritta che campeggia sullo striscione bianco retto da due manifestanti (in totale sono meno di cinque ndr). Il tempo di accendere due fumogeni e di fare una foto di rito per provare l’accaduto ai vertici regionali e nazionali dell’associazione, e via…tutti a casa.
È stata questa la tempistica dell’attivazione mordi e fuggi, più fuggi che mordi, dei militanti dell’associazione neofascista Casapound, che però segna un chiaro loro ritorno in città.
Avellino segue la linea nazionale: viva il 4 novembre e no al 25 aprile che “nega dignità e memoria agli Italiani”
Lo striscione dei militanti di estrema destra segue le indicazioni ricevute a livello nazionale. Sul gruppo telegram di Casapound infatti si inneggia alla giornata del 4 novembre, come la vera festa della liberazione nazionale.
In particolare, sui canali del social russo, si legge:
«È obbligo morale di tutti ricordare il sacrificio e l’impegno militare dei nostri connazionali: fu la testimonianza di quel profondo sentimento di amor di Patria che animò i nostri soldati e gli italiani in quegli anni».
«L’Italia dimostrò di essere Nazione e alimentò questo senso di appartenenza con la strenua resistenza sul Grappa e sul Piave, fino alle giornate di Vittorio Veneto; è proprio questa resistenza che noi ricordiamo ed onoriamo, e non quella tanto idolatrata il 25 aprile, festa contro gli italiani del giorno prima che nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, solo per la Patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta».
«Onorare il 4 novembre vuol dire onorare il sacrificio di oltre seicentomila Caduti e di tante altre e migliaia di feriti e mutilati, sacrificio necessario per difendere la libertà raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta».
A corredo di questa imbarazzante descrizione sono allegate le foto delle principali città italiane che hanno partecipato alla striscionata di Casapound.
CPI Avellino celebrati da Direzione rivoluzione
A celebrare la giornata anche una grafica distribuita a livello nazionale che, al posto del logo Casapound, vede la scritta “Direzione rivoluzione“, realtà “di copertura” del movimento politico di estrema destra, utile a evitare (almeno per il momento) il ban dai social network.
In primo piano sulla cartolina campeggia la scritta “oro ai mercanti, alloro agli eroi“, frase simbolo dell’area politica neofascista italiana.
Il claim e il logo, usati anche per la festa nazionale di Casapound, hanno una propria pagina facebook. Lì, oscurando il logo del movimento politico col vizio del braccio destro teso, è stata diffusa anche la foto della striscionata flash di Avellino, che si riporta in copertina e qui di seguito.
Perché il 4 novembre?
La data del 4 novembre è da sempre rivendicata dai movimenti neofascisti e di estrema destra italiana. Vicina al 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma che ha condotto al potere Benito Mussolini, questa data è stata sin da subito sfruttata dal fascismo, che della Grande Guerra ne ha fatto il proprio mito fondativo.
I ricordi del primo conflitto mondiale sono stati fatti propri dal regime mussoliniano che ha costruito l’inizio della propria ascesa al potere proprio sul mito dei caduti e sulla sua appropriazione.
Casapound: “l’amore” per Avellino e l’odio degli elettori
Casapound ha più volte tentato di farsi strada ad Avellino, trovando un terreno meno fertile del desero del Sahara. Diversi sono stati i tentativi di occupare ruoli di rappresentanza.
Nel 2018 il movimento politico neofascista ha provato a mostrare i muscoli in città (forse aveva dimenticato di andare in palestra, essendo oggettivamente deboli), partecipando alla competizione elettorale delle amministrative.
Il candidato era Giuliano Bello, che era stato “benedetto” anche dal segretario nazionale del movimento, Simone Di Stefano.
In una serrata tornata elettorale che ha visto il Movimento Cinque Stelle soffiare la poltrona di Palazzo di Città al Partito Democratico al ballottaggio, andando ad amministrare con la nota “anatra zoppa”, il candidato di Casapound conseguì il seguente risultato:
- 183 voti al candidato sindaco Giuliano Bello pari allo 0,57 per cento
- 99 voti alla lista, di cui 80 con preferenze così ripartite:
- Genzale Antonio 13 voti
- Borzillo Christian 3 voti
- Iannaccone Ivan 1 voti
- Urciuolo Martina 5 voti
- Iannuzzi Vincenzo 4 voti
- Picariello Giovanni 9 voti
- Mazza Leonardo 2 voti
- Matarazzo Anna 13 voti
- Cioffi Massimiliano 2 voti
- De Venezia Michele 6 voti
- Fresiello Graziano 0 voti
- Borzillo Giovanna 3 voti
- Capolupo Rosario 3 voti
- Ardito Diego 10 voti
- Prudente Michele 0 voti
- Librasi Miryam 0 voti
- Minichiello Luigi 0 voti
- Romano Ciro 0 voti
- Melillo Maria Lucia 0 voti
- Capozzi Amanda 6 voti
- Cracas Krizia 0 voti
Avellino è dalla parte giusta
Per molti di voi, spero tutti e tutte, sembra superfluo sottolinearlo ma, vista la manifestazione dell’altra notte è necessario ribadirlo: Avellino è una città antifascista.
Non lo dico per slogan o tanto per, ma lo affermo con convinzione. Nonostante bisogna fare ancora tanta educazione e sensibilizzazione sul tema, Avellino è antifascista.
Lo testimoniano le attività partecipate delle tante associazioni che ogni anno si riuniscono per celebrare i valori della Liberazione, lo certifica la lotta partigiana che ha visto anche Avellino protagonista in Italia e lo afferma con forza anche una delle strade principali della città.
Non è un caso infatti che proprio l’arteria che ospita il monumento ai caduti di tutte le guerre sia dedicata a Giacomo Matteotti, convinto martire antifascista.
Per me infatti, si tratta di un chiaro esempio che certifica come il milite ignoto e il 4 novembre siano simboli e date che i neofascisti non hanno diritto a rivendicare, ma che rappresentino i valori costituzionali e repubblicani di unità nazionale.
Cari nostalgici, anche questa volta avete perso. O meglio, avete fatto la vostra figurella, scattando una foto di notte in fretta e furia…forse, si spera, con la consapevolezza e la vergogna per quello che stavate provando goffamente a rappresentare.