Avellino, nella notte del 4 novembre Casapound torna in punta di piedi in città

Avellino, nella notte del 4 novembre torna Casapound in centro città

È da poco passata la mezzanotte. È il 4 novembre. È notte e ad Avellino le auto in circolazione stanno prograssivamente diminuendo.

Luogo? Via Giacomo Matteotti, martire del fascismo. Ai piedi del monumento ai caduti due fumogeni e uno striscione srotolato…ad Avellino, nel silenzio del buio, fa capolino Casapound.

Casapound torna ad Avellino la notte del 4 novembre

4. 11. Festa nazionale. Onora la vittoria“. È questa la scritta che campeggia sullo striscione bianco retto da due manifestanti (in totale sono meno di cinque ndr). Il tempo di accendere due fumogeni e di fare una foto di rito per provare l’accaduto ai vertici regionali e nazionali dell’associazione, e via…tutti a casa.

È stata questa la tempistica dell’attivazione mordi e fuggi, più fuggi che mordi, dei militanti dell’associazione neofascista Casapound, che però segna un chiaro loro ritorno in città.

Avellino segue la linea nazionale: viva il 4 novembre e no al 25 aprile che “nega dignità e memoria agli Italiani”

Lo striscione dei militanti di estrema destra segue le indicazioni ricevute a livello nazionale. Sul gruppo telegram di Casapound infatti si inneggia alla giornata del 4 novembre, come la vera festa della liberazione nazionale.

In particolare, sui canali del social russo, si legge:

«È obbligo morale di tutti ricordare il sacrificio e l’impegno militare dei nostri connazionali: fu la testimonianza di quel profondo sentimento di amor di Patria che animò i nostri soldati e gli italiani in quegli anni».

«L’Italia dimostrò di essere Nazione  e alimentò questo senso di appartenenza con la strenua resistenza sul Grappa e sul Piave, fino alle giornate di Vittorio Veneto; è proprio questa resistenza che noi ricordiamo ed onoriamo, e non quella tanto idolatrata il 25 aprile, festa contro gli italiani del giorno prima che nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, solo per la Patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta».

«Onorare il 4 novembre vuol dire onorare il sacrificio di oltre seicentomila Caduti e di tante altre e migliaia di feriti e mutilati, sacrificio necessario per difendere la libertà raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta».

A corredo di questa imbarazzante descrizione sono allegate le foto delle principali città italiane che hanno partecipato alla striscionata di Casapound.

CPI Avellino celebrati da Direzione rivoluzione

A celebrare la giornata anche una grafica distribuita a livello nazionale che, al posto del logo Casapound, vede la scritta “Direzione rivoluzione“, realtà “di copertura” del movimento politico di estrema destra, utile a evitare (almeno per il momento) il ban dai social network.

In primo piano sulla cartolina campeggia la scritta “oro ai mercanti, alloro agli eroi“, frase simbolo dell’area politica neofascista italiana.

La cartolina diffusa da Direzione Rivoluzione e da Casapound per il 4 novembre 2024

Il claim e il logo, usati anche per la festa nazionale di Casapound, hanno una propria pagina facebook. Lì, oscurando il logo del movimento politico col vizio del braccio destro teso, è stata diffusa anche la foto della striscionata flash di Avellino, che si riporta in copertina e qui di seguito.

L’immagine recuperata dalla page Facebook di “Direzione rivoluzione” di Casapound

Perché il 4 novembre?

La data del 4 novembre è da sempre rivendicata dai movimenti neofascisti e di estrema destra italiana. Vicina al 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma che ha condotto al potere Benito Mussolini, questa data è stata sin da subito sfruttata dal fascismo, che della Grande Guerra ne ha fatto il proprio mito fondativo. 

I ricordi del primo conflitto mondiale sono stati fatti propri dal regime mussoliniano che ha costruito l’inizio della propria ascesa al potere proprio sul mito dei caduti e sulla sua appropriazione.

Casapound: “l’amore” per Avellino e l’odio degli elettori

Casapound ha più volte tentato di farsi strada ad Avellino, trovando un terreno meno fertile del desero del Sahara. Diversi sono stati i tentativi di occupare ruoli di rappresentanza.

Nel 2018 il movimento politico neofascista ha provato a mostrare i muscoli in città (forse aveva dimenticato di andare in palestra, essendo oggettivamente deboli), partecipando alla competizione elettorale delle amministrative.

Il candidato era Giuliano Bello, che era stato “benedetto” anche dal segretario nazionale del movimento, Simone Di Stefano.

In una serrata tornata elettorale che ha visto il Movimento Cinque Stelle soffiare la poltrona di Palazzo di Città al Partito Democratico al ballottaggio, andando ad amministrare con la nota “anatra zoppa”, il candidato di Casapound conseguì il seguente risultato:

  • 183 voti al candidato sindaco Giuliano Bello pari allo 0,57 per cento
  • 99 voti alla lista, di cui 80 con preferenze così ripartite:
    • Genzale Antonio 13 voti
    • Borzillo Christian 3 voti
    • Iannaccone Ivan 1 voti
    • Urciuolo Martina 5 voti
    • Iannuzzi Vincenzo 4 voti
    • Picariello Giovanni 9 voti
    • Mazza Leonardo 2 voti
    • Matarazzo Anna 13 voti
    • Cioffi Massimiliano 2 voti
    • De Venezia Michele 6 voti
    • Fresiello Graziano 0 voti
    • Borzillo Giovanna 3 voti
    • Capolupo Rosario 3 voti
    • Ardito Diego 10 voti
    • Prudente Michele 0 voti
    • Librasi Miryam 0 voti
    • Minichiello Luigi 0 voti
    • Romano Ciro 0 voti
    • Melillo Maria Lucia 0 voti
    • Capozzi Amanda 6 voti
    • Cracas Krizia 0 voti

Avellino è dalla parte giusta

Per molti di voi, spero tutti e tutte, sembra superfluo sottolinearlo ma, vista la manifestazione dell’altra notte è necessario ribadirlo: Avellino è una città antifascista.

Non lo dico per slogan o tanto per, ma lo affermo con convinzione. Nonostante bisogna fare ancora tanta educazione e sensibilizzazione sul tema, Avellino è antifascista.

Lo testimoniano le attività partecipate delle tante associazioni che ogni anno si riuniscono per celebrare i valori della Liberazione, lo certifica la lotta partigiana che ha visto anche Avellino protagonista in Italia e lo afferma con forza anche una delle strade principali della città.

Non è un caso infatti che proprio l’arteria che ospita il monumento ai caduti di tutte le guerre sia dedicata a Giacomo Matteotti, convinto martire antifascista.

Per me infatti, si tratta di un chiaro esempio che certifica come il milite ignoto e il 4 novembre siano simboli e date che i neofascisti non hanno diritto a rivendicare, ma che rappresentino i valori costituzionali e repubblicani di unità nazionale.

Cari nostalgici, anche questa volta avete perso. O meglio, avete fatto la vostra figurella, scattando una foto di notte in fretta e furia…forse, si spera, con la consapevolezza e la vergogna per quello che stavate provando goffamente a rappresentare.

Venditti e Luché: quanto ha speso il Comune di Avellino?

Venditti e Luché: quanto ha speso il Comune di Avellino?

Allacciate le cinture! Ecco quanto sono costati i concerti di Antonello Venditti e Luché, i due artisti che l’amministrazione Festa ha scelto per il Capodanno di Avellino.

Sono state pubblicate sull’albo pretorio dell’ente di Piazza del Popolo, le determine con i costi sostenuti dal Comune.

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Venditti ad Avellino: quote da capogiro

Un acconto del cinquanta per cento prima e un saldo poi, un piccolo sconto e un costo a sei cifre: il solo concerto di Antonello Venditti ad Avellino è costato 220.550 euro.

È questo il costo che emerge dagli atti ufficiali pubblicati dal Comune di Avellino in data 9 gennaio scorso.

Dalla determina numero 7 del 2024, si evincono i principali dettagli della collaborazione con il noto artista romano che ha allietato gli Avellinesi l’ultimo giorno dell’anno.

Il contratto, frutto di una interlocuzione iniziata mesi prima tra l’amministrazione Festa e l’entourage di Venditti, è stato siglato con la Friends & Partners s.p.a, società di Milano che detiene l’esclusiva per le rappresentazioni di musica live dell’artista.

Dopo un preventivo iniziale da 222.050 euro l’accordo, siglato da una scrittura privata, ha previsto un piccolo ribasso di 1.500 euro dovuto alle modifiche “della scaletta di esibizione” in termini di durata ed è sceso così alla modica cifra di 220.550 euro.

Capodanno Avellino con Venditti: pagamento in due tranche

La prestazione di Antonello Venditti è stata poi pagata in due tranche. Come si legge nella determina siglata dal dirigente Gianluigi Marotta, il 30 novembre 2023 in quei giorni “si è provveduto alla liquidazione e al pagamento della somma complessivamente pari ad € 110.550,00…quale acconto”.

Sì, abbiamo iniziato a pagare Venditti ben un mese prima della sua esibizione.

Il 2 gennaio scorso il Comune ha poi saldato la prestazione dell’artista con gli ultimi 110.000 euro.

Luché: quasi 90mila euro per l’artista campano

Se a Venditti sono andati 220mila euro, il compenso pagato per la prestazione artistica di Luché non ha disatteso le aspettative.

Come riportato nella determina 830 del 28 dicembre 2023, la liquidazione è stata di 88mila euro, compresa iva al 10 per cento.

Affidataria dell’appalto è stata Waver s.r.l., una società di Orta di Atella (CE) che, solo per il periodo che va dal 1° dicembre 2023 al 31 gennaio 2024, detiene l’esclusiva per le regioni Campania e Basilicata, per l’artista Luché e per le sue prestazioni artistiche.

Con quali soldi sono stati pagati Venditti e Luchè?

Diverso è il compenso e differenti sono anche i capitoli di spesa. Per Luchè infatti l’amministrazione comunale ha beneficiato dei fondi della Regione Campania.

Palazzo Santa Lucia ha infatti finanziato il Comune di Avellino per 150mila euro per le attività legate al cartellone “Avellino Christmas City“.

Di questi, 88mila sono stati impiegati per le prestazioni artistiche di Luchè.

Per Antonello Venditti invece, il discorso è diverso. Il cantante romano è stato pagato “con spese a totale carico del Comune“, come si legge nel provvedimento.

L’ente di Piazza del Popolo quindi, ha usato proprie risorse (220mila euro) per le prestazioni artistiche di Venditti.

Fondi destinati ad altro?

Le prestazioni artistiche di Venditti e la grandissima riuscita del concertone di fine anno non si discutono. Le gente c’era e l’immagine di Avellino, anche se solo per una sera, ci ha guadagnato (faccione del sindaco in primis, sparato sui maxi schermi a mezzanotte per il trionfale discorso di fine anno).

Tuttavia i dubbi e le domande su queste spese non sono pochi. Venditti è stato pagato con fondi del tutto comunali.

Nella determina non si fa riferimento a cosa erano destinate queste cifre, forse non vincolate e disponibili per qualsiasi tipologia di intervento: dall’asfalto all’acquisto di nuovi scuolabus, dalla riduzione del canone della mensa scolastica, alla manutenzione straordinaria delle case popolari di Quattrograne.

Il mio obiettivo non è quello di fare una polemica sterile, sia chiaro, ma di fare luce sulla spesa affrontata dal Comune di Avellino, ripeto, con soldi dei contribuenti.

Sarebbe bello se l’amministrazione, a partire dal sindaco Gianluca Festa, dall’assessore al Patrimonio Stefano Luongo e dal delegato al bilancio Vincenzo Cuzzola, facessero chiarezza e spieghino agli avellinesi questi soldi da dove sono stati presi.

Non per doveri burocratici ma perché, nella sua storia politica, Festa si è autodefinito “paladino della trasparenza amministrativa” tanto da aver dato all’assessore Marianna Mazza anche la delega alla trasparenza.

Ripeto, il problema non sta nella spesa di 300mila euro, escluso palco, collaborazione con RDS, servizi vari e security per una sera, ma sta nel fatto che quelle risorse, molto probabilmente (salvo chiarimenti al momento non pervenuti ndr) potevano essere investite in uno di questi problemi:

  • apertura dell’ex Eliseo;
  • rifacimento delle strade;
  • sistemazione dei marciapiedi;
  • acquisto di nuovi scuolabus;
  • bonifica dall’amianto dei tetti delle case popolari;
  • riduzione del canone della mensa (aumentato da questa amministrazione del 25 per cento);
  • servizi per i senzatetto;
  • potenziamento dei servizi sociali per persone disabili, anziani e gente in difficoltà;
  • apertura di un’aula studio;
  • apertura di spazi dedicati ai giovani più volte promessi al Centro Sociale Samantha della Porta.

Quante spese mancano all’appello?

In questo articolo abbiamo visto come sono stati spesi 300mila dei tanti soldi stanziati dal Comune di Avellino per il Natale 2023.

All’appello però mancano ancora tante spese affrontate dall’ente tra cui quelle per:

  • il noleggio, il montaggio e lo smontaggio del palco;
  • la collaborazione con RDS e il pagamento di Anna Pettinelli;
  • il costo delle luminarie in termini di corrente e noleggio.

A quanto arriveremo? Basteranno i 62mila euro rimasti dal finanziamento regionale per coprire tutte le spese mancanti? O sono stati utilizzati altri soldi delle casse comunali?

In attesa della pubblicazione delle determine sull’albo pretorio, allacciamoci le cinture e speriamo di non dover attivare l’airbag.

Venditti e Luché: quanto ha speso il Comune di Avellino?
Venditti e Luché: quanto ha speso il Comune di Avellino Fonte foto di Venditti: canali social del Comune di Avellino

Disabili Avellino, scandalo al cubo: ascensore mai attivo

Disabili Avellino, scandalo al cubo: ascensore mai attivo

Ascensore rotto e bagni inaccessibili ai diversamente abili. È questa la situazione delle toilette pubbliche di piazza della Libertà ad Avellino da anni.

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Altri problemi con le barriere architettoniche sono stati segnalati settimane fa all’ex cinema Eliseo dove, per accedere alla mostra di Andy Warhol, bisognava usare solo le scale.

Avellino: quel cubo maledetto e l’ascensore fermo da sempre

Quando è stato rifatto il look a Piazza della Libertà, tra le innovazioni più discusse introdotte nella nuova agorà, c’è stato il maxi cubo che dà accesso ai bagni pubblici.

L’opera, forse tra le più criticate degli ultimi decenni della storia amministrativa avellinese, dopo diversi anni non è ancora entrata del tutto in funzione.

L’accesso ai bagni pubblici infatti avviene tramite una lunga scalinata. Per i diversamente abili, famiglie con bimbi in passeggino o semplici persone anziane, anni fa era stato predisposto un ascensore dedicato.

Peccato però che, sin dall’inaugurazione, l’impianto non ha mai funzionato.

Avellino, per l’ascensore mancano solo tre batterie

Il vero paradosso riguarda però il motivo del mancato funzionamento dell’ascensore di piazza della Libertà.

Come si evince da un adesivo apposto dalla ditta di manutenzione pagata dal comune e dagli Avellinesi, il problema risederebbe in tre semplici batterie da sostituire.

Sapete a quando risale questa verifica? Al 29 settembre 2021…circa un anno e mezzo fa!

Sempre sull’avviso del mancato funzionamento dell’ascensore è scritto: “il componente da sostituire è oggetto di un preventivo”. Che fine ha fatto questo preventivo di spesa?

Come mai tutti se ne sono dimenticati? I consiglieri comunali, gli assessori e il sindaco non passano mai da piazza della Libertà? Eppure quel cubo è visibile da qualsiasi traversa che sporge sull’agorà!

Avellino, la storia del cubo: le critiche dell’assessore Genovese

La storia del cubo-gabinetto (per non dire altro) di piazza della Libertà è molto simile a un’Odissea contemporanea e riadattata. Le critiche sono state tante.

Gli Avellinesi infatti, nel 2017, si sono ritrovati l’opera dalla sera alla mattina con lo stupore di molti. L’allora presidente della Commissione Urbanistica e consigliere di maggioranza, Antonio Genovese (oggi assessore ai lavori pubblici della giunta Festa ndr), aveva aspramente criticato il cubo.

«È un pugno nell’occhio – aveva dichiarato l’assessore Genovese a Ottopagine -, un agglomerato di cemento impattante. Che copre buona parte della visuale della piazza. Non riesco a capire come abbia fatto la sovrintendenza a dare l’ok. Non ci sono dubbi, quel cubo deve essere demolito. Lo chiederò e con decisione già al prossimo consiglio comunale».

Le intenzioni di Genovese però non hanno portato a nessun risultato effettivo.

Piazza Libertà, «abbattete quell’orrido cubo di cemento»

Avellino, la storia del cubo: dalla porta in frantumi ai vandali

Alle critiche di cittadini, opposizione e maggioranza si sono aggiunti negli anni diversi episodi riportati sulle cronache locali.

Nel 2019, nel pieno di una calda giornata estiva, la porta scorrevole in vetro del cubo di Piazza Libertà è collassata su sé stessa andando in frantumi.

Il motivo? Non si é mai appurato con certezza. Molto probabilmente, secondo fonti amministrative, il troppo caldo ha vinto sulla tenuta del doppio vetro anche a causa dei forti riflessi dati dalla bianca pavimentazione dell’agorà.

Dopo un altro anno di attesa il bango è stato messo in funzione ma l’ascensore no.

Circa un anno fa poi, nel marzo del 2022, i bangi sono stati oggetto di un ennesimo atto vandalico. Il sindaco Gianluca Festa ha denunciato tutto sulla sua pagina Facebook. I mesi necessari per riaprire i bagni sono stati diversi anche in questo caso.

Purtroppo però, di nuovo, dell’ascensore per i disabili si sono dimenticati tutti.

Avellino e le spalle girate ai disabili

L’attenzione dell’amministrazione comunale di Avellino per i disabili è poco più che zero. Possono essere chiamati in causa le pessime situazioni di accesso dei diversamente abili alle case popolari, così come tante alte vicende.

L’ultima, in ordine di tempo, è quella che ha riguardato Roberta, una signora che voleva visitare nelle scorse settimane la mostra di Andy Warhol organizzata all’ex cinema Eliseo di Avellino.

Lei vive in carrozzina e la mostra è situata a piano terra e al primo piano. L’ascensore però era rotto. «Tra qualche giorno sarà sistemato», avevano garantito i responsabili presenti all’Eliseo.

Peccato però che nulla è stato fatto. La mostra è terminata e Roberta non l’ha potuta visitare.

La sua denuncia, diffusa a mezzo stampa è stata chiara e inequvocabile: «Sono Roberta, una disabile in carrozzina che ama la cultura in generale e a cui piace, nel tempo libero, andare in giro per musei anche fuori città e fuori Regione. Quindi ho appreso con piacere che all’ex Eliseo c’era la mostra dedicata ad Andy Warhol visitabile fino al 5 febbraio».

«Sabato 4 febbraio sono andata all’ex Eliseo con mio marito per vedere la mostra sita al primo piano. Mio marito è sceso e per mero scrupolo ha chiesto se funzionava l’ascensore, gli è stato detto che da qualche giorno era rotto e doveva essere aggiustato. A malincuore siamo ritornati a casa», continua Roberta.

«Successivamente ho appreso che la mostra era stata prolungata anche in occasione della notte bianca del 14 febbraio e con entusiasmo sono ritornata con mio marito all’ex Eliseo pensando che l’ascensore fosse stato aggiustato dopo nove giorni…speranza vana: l’ascensore era ancora rotto… – spiega concludendo Roberta -. Denuncio questa esperienza personale negativa anche in qualità di collaboratrice del M.I.D, Movimento Italiano Disabili, coordinato da Esposito Giovanni che da tempo è la voce delle persone con disabilità di tutta la Regione».

Nelle prossime settimane sarà inaugurata la mostra dedicata al celebre writer britannico Banksy. Per questa occasione l’ascensore funzionerà?

L’amministrazione Festa potrebbe sistemare sia quello dell’Eliseo sia quello di Piazza Libertà e prendere, come si suol dire, due piccioni con una fava. Succederà? Speriamo!

Avellino, troppi pali per la metro: ora che ne facciamo?

Avellino, troppi pali per la metro: ora che ne facciamo?

Un palo di qua … un palo di là. Eppure la metro leggera per l’autostazione non passerà. I lavori di elettrificazione nella traversa del nuovo terminal bus di Avellino non sono mai stati portati a termine.

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Tra via Pini, via Moccia e via Colombo ci sono numerosi pali senza cavi che probabilmente non saranno mai utilizzati.

Avellino, metropolitana leggera: i pali sono troppi

Ci sono voluti oltre venti anni per scoprire che, per il progetto della metropolitana leggera, il comune di Avellino ha montato dei pali di troppo.

Con l’ultimazione dei lavori infatti alcuni tratti del percorso originario dei bus ibridi sono stati stralciati dal progetto.

Per scoprirlo basta farsi una passeggiata nei pressi dell’autostazione di via Fariello. Se fate un po’ di attenzione, vi salteranno subito all’occhio i numerosi pali che sono stati installati e non messi in funzione.

Nella traversa di accesso del nuovo capolinea infatti ci sono diversi piloni destinati alla metropolitana leggera. Il problema? Non sono mai stati predisposti per l’utilizzo e i lavori oggi sono finiti.

Avellino e la metropolitana leggera: il parodosso dell’autostazione

Se i lavori per la metro sono finiti, questi pali a cosa servono? Sono di troppo? Proprio all’entrata dell’autostazione non potevano essere strategici?

Questo dei pali sembra essere l’ennesimo paradosso di uno dei progetti più discutibili degli ultimi decenni.

Eh sì perché, seguendo il tracciato di questi giganti d’acciaio, la metropolitana leggera non stazionerà nei locali della nuova autostazione.

In sostanza il nuovo sistema di trasporto pubblico non farà capolinea al nuovo terminal principale della città ma terminerà la sua corsa nei depositi Air fuori città. Chi ha avuto questa idea dovrà essere stato parente del noto filosofo Zenone, altrimenti non si spiega.

Eppure, nel lontano 2006, il progetto originario questo prevedeva. Quasi venti anni fa infatti l’allora assessore ai trasporti della Regione Campania, Ennio Cascetta, aveva dichiarato che erano «previsti ben tre interscambi con la nuova autostazione, la stazione FS e i bus urbani dell’ATI in Piazza Libertà».

Se Piazza Libertà è stata fatta a nuovo, l’autostazione è ancora lì. Stesso discorso vale per i pali che però sembra proprio non avranno alcun futuro.

Metro leggera: il caso dei pali non finisce qui

Il problema purtroppo non riguarda solo la traversa dell’autostazione dei bus. Altri pali non messi in funzione sono stati installati a via Colombo (in questo caso sono quattro).

Stesso trattamento coi guanti bianchi, pardon coi pali grigi, lo ha avuto via Salvatore Moccia, l’altra arteria di accesso all’autostazione.

Anche qui ci sono numerosi piloni che sono stati installati e non sono mai stati predisposti per l’utilizzo.

È evidente. Il progetto originario prevedeva che la metro entrasse a via Pini, stazionasse nell’autostazione e uscisse da via Moccia per poi imboccare le arterie principali.

Adesso però non sarà più così. E di questi pali che ce ne facciamo?

I pali non utilizzati della metropolitana leggera a via Moccia
I pali non utilizzati della metropolitana leggera a via Moccia

Metropolitana leggera: mannaggia sti pali

I pali della metropolitana e gli Avellinesi non sono mai andati d’accordo. Le polemiche sono nate pochi giorno dopo le prime installazioni a causa della loro grandezza e vicinanza ai palazzi privati.

Nel 2016 poi la questione arrivò sugli schermi di Canale 5 dopo il servizio dell’inviato di Striscia la Notizia, Luca Abete.

Il noto giornalista irpino aveva fatto notare al comune di Avellino come numerosi piloni erano stati montati sulle rampe dei disabili e davanti a segnali stradali e semafori.

Abete aveva anche segnalato l’eccessiva vicinanza dei pali a balconi e finestre ascoltando il dissenso dei cittadini.

L’allora responsabile unico del procedimento del comune capoluogo, l’ingegnere Giovanni Valentino, intervistato da Abete aveva spiegato come si trattava di una mera svista dell’impresa e che si sarebbe intervenuti immediatamente

Sulla questione della vicinanza dei piloni agli appartamenti invece, l’ingegnere aveva dichiarato che le normativa non imponeva delle distanze di sicurezza.

Abete però non aveva fatto mancare la consegna della solita pigna con l’ironico appello: “Spuntano pali come fiori a primavera. Vedremo mai in funzione la metro leggera?”.

Avellino, troppi pali per la metro: ora che ne facciamo?
Avellino, troppi pali per la metro: ora che ne facciamo?

Metropolitana leggera: che fine faranno questi pali?

Conoscendo l’oculatezza nelle scelte del comune di Avellino in tema di mobilità (vedi pista ciclabile a viale Italia) sicuro ci sarà una spiegazione ai tanti pali non utilizzati.

Pensare il contrario significherebbe essere in malafede o essere rosiconi. Siamo certi quindi che una risposta chiara arriverà presto. Nel frattempo abbiamo avanzato alcune ipotesi.

Serviranno forse per rendere omogenee tutte le arterie cittadine? Si tratta di installazioni di arte moderna? O saranno sfruttati per le prossime fantasmagoriche luminarie di ferragosto?

Chissà…nel frattempo ci auspichiamo che quei poveri bus elettrici almeno inizino a fare il proprio lavoro sperando che la pensione, per i mezzi ormai vecchi di quasi venti anni, non sia già dietro l’angolo.

Avellino, l’arte per strada: mostra itinerante di Dorotea Virtuoso in città

Avellino, l'arte per strada: mostra itinerante di Dorotea Virtuoso in città

Torna l’arte tra le strade di Avellino. È pronta a partire la mostra itinerante dell’artista Dorotea Virtuoso.

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Le sue opere, nell’ambito del cartellone dell’Avellino Summer Fest 2022, saranno esposte in vari punti della città.

Chi è Dorotea Virtuoso?

Dorotea Virtuoso è un’artista graphic web nata e cresciuta a Napoli. Avellinese di adozione, è considerata da tutti un’artista irpina.

È proprio nella terra dei lupi, circa dal 2012, che Dorotea sviluppa la sua dote artistica e fa conoscere a tutti le sue opere d’arte.

Arte e sociale hanno sempre camminato insieme nelle sue composizioni. Dorotea è infatti da sempre impegnata nel sostegno all’associazione di promozione sociale “Missione sorriso“, tramite la donazione di una parte del ricavato della vendita delle sue opere.

Dove trovare i suoi quadri

Quest’anno Dorotea Virtuoso sarà impegnata con una mostra itinerante in diverse zone della città per tutto il mese di agosto.

I suoi quadri, alcuni realizzati anche con supporti di legno riciclato saranno esposti il 5 agosto su Corso Vittorio Emanuele, accanto alla Prefettura.

Il 19 agosto poi la mostra si sposterà alla Dogana mentre il 26 di questo mese toccherà a Corso Umberto I.

La mostra itinerante di Dorotea Virtuoso

Dorotea e l’impegno civico

Come dicevamo, l’impegno civico di Dorotea Virtuoso è sempre stata una sua caratteristica unica e imprescindibile.

Nel 2020, insieme ad alcuni cittadini del quartiere, ha adottato la piazzetta di via Trieste e Trento ad Avellino.

Con l’installazione di una sua opera d’arte, oggi la zona è conosciuta da tutti come “piazzetta del bacio” e finalmente è tornata a risplendere di colori, fiori e piante.

Prima dell’intervento di Dorotea, l’area era nel pieno degrado ed era stata abbandonata da tutte le amministrazioni comunali che se ne erano totalmente dimenticate.

Il sindaco più anziano degli Usa ha origini irpine ed è green

Il sindaco più anziano degli Usa ha origini irpine ed è green

Uno dei sindaci più anziani d’America ha origini irpine: è questa la storia di Vito Perillo, rieletto primo cittadino nel New Jersey.

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Nonostante i suoi 97 anni, Perillo ha un occhio molto attento all’ambiente che potrebbe tranquillamente essere preso d’esempio dai nostri amministratori.

Vito Perillo: a 97 anni sindaco negli Usa

Il 2 novembre scorso i 18mila abitanti di Tinton Falls, nel New Jersey, hanno deciso di confermare sindaco il 97enne Vito Perillo.

Dopo le polemiche sulla sua età che si erano create in campagna elettorale, il primo cittadino è stato confermato per il suo secondo mandato consecutivo.

Gli abitanti del piccolo comune americano hanno deciso di affidargli altri quattro anni (quando avrà spento 101 candeline) per cambiare la città.

«Mi hanno detto che sono diventato il sindaco più anziano del Paese. Mi sento abbastanza bene e penso che anche in molti nella nostra cittadina si sentano bene. Stamattina erano tutti contenti per me», ha dichiarato poco dopo la sua elezione Perillo al quotidiano NJ Advance Media.

Intervista a Vito Perillo

Vito Perillo: l’onda centenaria irpina negli Usa

In Italia, oltre alla notizia in sé, hanno fatto discutere molto le origini del primo cittadino di Tinton Falls.

Vito Perillo, nato nel Bronx, aveva due genitori italiani emigrati in America alla ricerca di un po’ di fortuna. Il fatto ancora più curioso è il comune di origine dei suoi genitori: Castelfranci, proprio in provincia di Avellino.

Irpinia: terra di politici centenari

Alla notizia di elezione di Vito Perillo subito sono partiti i primi accostamenti con un altro record man irpino: Ciriaco De Mita.

L’ex presidente del Consiglio e segretario della Democrazia Cristiana è stato infatti eletto lo scorso 2019 sindaco della “sua” Nusco.

Perillo alla domanda di un futuro terzo mandato ha subito risposto di no. Dopo questi quattro anni, a 101 primavere compiute, vuole godersi un po’ di tempo per sé.

De Mita invece cosa farà? Alla fine del secondo mandato come sindaco di Nusco continuerà la sua carriera politica?

Vito Perillo, sindaco di Tinton Falls
Vito Perillo, sindaco di Tinton Falls

Le buone azioni di Perillo che farebbero bene ad Avellino

Perillo è stato rieletto sindaco nonostante avesse due sfidanti più giovani e 97 anni. Com’è possibile? Avrà sicuro fatto qualcosa di buono per Tinton Falls.

Così sono andato a sbirciare sul sito ufficiale del comune americano e ho scoperto che il primo cittadino con i genitori di origini irpine, ha fatto davvero tanto per la sua comunità.

Nonostante i 97 anni negli ultimi quattro anni ha avuto un grande occhio di riguardo alla tutela ambientale nel suo territorio.

A Tinton Falls, per esempio, esiste una commissione che consiglia agli abitanti quali alberi usare nei pressi delle loro abitazioni e come curarli.

In più è stata creata una commissione ambientale di cittadini per tutelare le bellezze ambientali e i corsi d’acqua del comune del New Jersey. «La Commissione Ambientale – si legge sul sito governativo – lavora a stretto contatto con il Consiglio di Pianificazione in veste consultiva, valutando lo sviluppo proposto nel Comune e commentando i benefici o gli effetti dannosi delle proposte… ed è assistita dal consulente ambientale del distretto».

Questa commissione si riunisce ogni mese ed è aperta alla partecipazione di tutti i cittadini interessati.

Con Legambiente Avellino e altre associazioni abbiamo proposto mesi fa all’amministrazione Festa l’istituzione di una consulta ambientale. Peccato però che, oltre agli annunci, ancora nulla è stato fatto.

Chissà, forse se il comune di Avellino prendesse esempio dal 97enne sindaco di Tinton Falls male non sarebbe. Voi che dite?

Estate avellinese: arrivano De Martino, Izzo e Paolantoni

Che coppia noi 3, lo spettacolo arriva ad Avellino.

Stefano De Martino, Biagio Izzo e Francesco Paolantoni animeranno l’estate avellinese. I dettagli dell’evento sono pochi ma la data è blindata. Tutte le novità.

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Che Coppia noi 3: la tournée napoletana

Andrà in scena ad Avellino lo spettacolo “Che Coppia noi 3“. Oltre ai tre volti noti napoletani ci sarà anche il regista Mario Porfito.

A darne notizia è stato direttamente lo show man e ballerino, Stefano De Martino. Con un post su Facebook e una storia su Instagram, l’ex marito di Belen Rodriguez ha annunciato la tournée estiva che ad agosto toccherà sedici città.

Che coppia noi 3: di cosa parla?

Che coppia noi 3 nasce dal forte legame che c’è tra i tre napoletani che da anni collaborano sui set di spettacoli teatrali e televisivi.

Il portale lagazzettadellospettacolo.it ha spiegato il ruolo dei tre artisti durante lo spettacolo:

«Stefano De Martino può essere identificato come un “cantastorie” che cerca di tenere a bada gli esuberanti compagni di scena, Biagio Izzo spinge la sua comicità nella leggerezza di grassa risata che ci ha insegnato a vivere in questi anni, Paolantoni in scena porta quello che sono i personaggi, che dovrebbero essere di una espressione teatrale alta, ma che trasformano Dio e il Principe Azzurro delle favole, in una occasione per farsi quattro risate sui qui-pro-quo».

Quando saranno ad Avellino?

Le tappe saranno tutte nel centrosud, con ben otto serate solo in Campania. Ad Avellino toccherà la penultima data di agosto.

Il trio sarà nel capoluogo infatti il prossimo 27 agosto. Non sono noti ancora il luogo e l’orario dello spettacolo.

de martino, izzo e paolantoni ad Avellino
La storia di Stefano De Martino sulla tournée ad Avellino.

Gratuito o a pagamento?

La locandina sponsorizzata da De Martino, invita i fan a visitare il sito Go2.it per info e prevendite.

Non tutte le date però sono ancora state caricate sul portale e non c’è nemmeno quella di Avellino.

Il motivo? O l’evento sarà aperto al pubblico e senza biglietto, oppure si aspetta la presentazione del cartellone estivo avellinese che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni da parte dell’amministrazione comunale.

Avellino, ancora giostre rotte: bimbi tristi e dimenticati?

Giostre rotte ad Avellino.

Dopo bandi, soldi spesi e aree giochi chiuse, a non tutti i bambini di Avellino è ancora concesso giocare e divertirsi liberamente.

Scivoli e altalene in alcune zone della città sono danneggiate o sporche e il diritto al divertimento non è sempre garantito.

Nonostante gli interventi fatti dall’amministrazione Festa, in alcuni spazi verdi i giochi sono ancora rotti, sporchi o sono stati rimossi e mai più restituiti alla città.

È da capire poi come facciano queste giostre a rompersi in continuazione. (Entra nel gruppo Whatsapp. Riceverai le segnalazioni, le idee e le vittorie ottenute da noi cittadini. Ti aspetto!).

L’altalena rotta di Largo Salvatore Scoca, nei pressi del discount MD.

Giostre rotte: dove sono quelle buone?

Salvo qualche intervento di manutenzione straordinaria, le giostre gratuite e in buone condizioni per i bambini ad Avellino sono un’utopia in alcune parti della città.

Che si tratti di centro città, ville o parchi la situazione non cambia. Si passa dalle altalene rotte, fino agli scivoli senza manutenzione e alle giostre rimosse e mai sostituite.

Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e così è giusto sottolineare che dopo mesi di segnalazioni da parte dei cittadini alcune giostre sono state riparate.

È il caso di Parco Santo Spirito (che però ha ancora bisogno di tanti interventi), della villa Comunale di Corso Vittorio Emanuele, dei parchetti di Contrada Baccanico e così via.

Facendo un breve giro in città, abbiamo però fotografato ancora delle giostre rotte. Qui i cittadini sono stati meno fortunati e nonostante i sopralluoghi del comune il problema non è stato ancora risolto.

Stiamo parlando delle altalene di Largo Salvatore Scoca che da molto tempo sono state rimosse perché rotte, o di quelle della Villa di via Cristoforo Colombo che avrebbero bisogno di una sistemata o degli scivoli di Valle che sono pieni di sporcizia.

Non mancano poi le erbacce a San Tommaso o lo scivolo rotto e con i chiodi sporgenti di Piazza Giuseppe Mazzini.

Quelle giostre dimenticate di Via Colombo

Se da un lato nella villa comunale del Corso lavora ancora un giostraio che, dopo interruzioni e concessioni scadute, è finalmente riuscito a tornare, per la gioia dei bambini, nel posto che occupava da 15 anni, nell’altra villa non è tutto rose e fiori.

L’area verde dell’ex Distretto è in pieno degrado tra fontane rotte, cestini spariti e sporcizia.

Un altro tasello che poi manca sono le giostre che anni fa c’erano in fondo alla villa e che per un motivo o per un altro sono state eliminate, togliendo così lavoro ai giostrai e divertimento ai più piccoli.

Quel diritto al gioco a volte dimenticato

L’importanza delle giostre e di luoghi adatti al tempo libero dei bambini non è per niente da sottovalutare.

Il diritto al divertimento, al tempo libero e al gioco è anche questo ed è stato riconosciuto dalla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, approvata già nel 1989.

In Italia è stato ratificato nel 1991 con la legge 176. L’importanza dei momenti ludici all’aperto per i bambini, è stata evidenziata anche da importanti studi americani come quelli condotti dall’American Academy of Pedriatrics.

La mancanza di luoghi gratuiti, liberi e sicuri dove i bambini possano passare il tempo libero e divertirsi con i loro coetanei, è un problema da non sottovalutare.

Le giostre pulite e sistemate in tutta la città non risolverebbero totalmente il problema anche se per Avellino sarebbe già un grande passo.

Avellino, alberi nel cemento. Il comune interviene

Alberi nel cemento: il comune interviene ad Avellino.

Finalmente qualcosa si muove ad Avellino. Lentamente, eppure di muove.
Ricordate che qualche settimana fa avevamo parlato del problema del verde pubblico ad Avellino?

A piazza Garibaldi una delle aiuole era stata “tombata” con dei mattoni mettendo a rischio la vita dell’albero e la sua stabilità.

Dopo aver ascoltato degli esperti, ho allertato il Comune chiedendo un intervento urgente.

Dopo mail e pec devo dire che alla fine gli operai hanno ripulito l’aiuola. Finalmente l’albero tornerà a crescere e avere ossigeno grazie anche all’interessamento dei funzionari comunali

Il ruolo del cittadino è fondamentale

L’albero era in quelle condizioni da mesi e senza una mobilitazione generale non sarebbe cambiato nulla.

Sono bastati i social, pensateci su. E se avessimo la possibilità di riunirci, fisicamente intendo, cosa potrebbe cambiare?

L’energia di una comunità che collabora per obiettivi ambiziosi può smuovere le montagne. Ne sono convinto.

Purtroppo non sempre funzionari e amministratori possono controllare ogni singolo angolo della città alla ricerca di piccoli o grandi problemi e disservizi.

Tocca al cittadino alzare la voce e far notare a chi ci governa le difficoltà. Da lì alla risoluzione del problema il passo è breve…o almeno dovrebbe.

Tutela del verde: occhi aperti

Nei mesi scorsi abbiamo affrontato il tema della malagestione del verde pubblico ad Avellino.

Le potature infatti non sempre vengono fatte a tutela degli alberi così come la gestione delle aiuole viene dimenticata.

Bisogna entrare nell’ottica che le piante non sono semplici decori urbani ma esseri viventi che vanno tutelati. L’importante però è sempre vigilare e segnalare per aiutare chi ci governa a risolvere i problemi.

Alberi a via Troncone: promesse dai tecnici

Pasquale Matarazzo, cittadino sempre attento alla cura e alla storia di Avellino, aveva segnalato il problema degli alberi di via Fratelli Troncone.

Le piante infatti, con il rifacimento dei marciapiedi, sono state ricoperte di asfalto fin sotto il tronco.

Gli alberi di via Fratelli Troncone
Gli alberi di via Fratelli Troncone

Ho chiesto un intervento al comune anche su questo problema. I tecnici hanno promesso che faranno un sopralluogo per comprendere se e come intervenire. Aspettiamo tutti novità…nel frattempo occhi aperti e segnaliamo.

Avellino, nuovo sfregio al verde: alberi sepolti dal cemento

Avellino alberi tra il cemento a piazza garibaldi. Viale Italia platani danneggiati

Avellino e il verde pubblico continuano a non andare d’accordo. L’ennesima segnalazione arriva dagli esperti e dai cittadini attenti che girando la città hanno fatto scoperte raccapriccianti.

Ancora una volta le piante sono state intese come semplici oggetti e non come esseri viventi e patrimonio cittadino.

Mattoni e fughe nelle aiuole

Pensateci un attimo: ci siete voi che scendete di casa e improvvisamente c’è chi vi copre i  piedi con dei blocchi di cemento. Come vi sentireste?

Beh, provate a chiederlo all’albero di piazza Garibaldi. A pochi passi da piazza Libertà, di fronte al Palazzotto, qualcuno (forse un privato) ha deciso di utilizzare un’aiuola a suo piacimento aggiungendo alla base dell’albero mattoni in porfido con tanto di fughe.

Avellino, l'albero cementificato a piazza Garibaldi
Avellino, l’albero cementificato a piazza Garibaldi

La segnalazione è girata sui social. Sono andato a controllare sul posto. A solo un albero è stata cementificata la base.

Sui mattoni c’era un cestino, molto probabilmente di qualche privato. A qualcuno quell’aiuola serviva e, pensando fosse di sua proprietà, ha ben deciso di metterci mattoni e calce.

Come potrete immaginare, le radici vengono così soffocate. I mattoni, infatti, oltre a premere costantemente sulla base dell’albero, gli riducono la possibilità di respirare mettendolo in pericolo.

Nei prossimi giorni segnalerò personalmente il fatto al Comune di Avellino. Gli uffici predisposti devono subito intervenire eliminando quei mattoni che, oltre a essere dannosi per l’albero, rovinano l’estetica del marciapiede.

Viale Italia: platani trattati come pali

Durante i discussi lavori della pista ciclabile di viale Italia, ancora una volta sono stati messi in pericolo gli storici platani.

Ricordo a tutti che quella zona è un’area di focolaio di cancro colorato. Qualsiasi ferita inferta all’albero quindi può facilitare la diffusione della malattia che in questi anni ha distrutto la bellezza del viale.

Per eliminare i mattoni in porfido e sistemare il marciapiede all’installazione della “pista ciclabile”, sono stati infatti danneggiati i pochi alberi rimasti che costituiscono il doppio filare.

Con gli escavatori e le altre macchine da lavoro, sono stati fatti numerosi i tagli inferti alla base del tronco e sulle radici sporgenti.

Ancora una volta la sensibilità e la cura del verde pubblico sono venuti a mancare. Sperando di non dover dire addio ai grandi platani nei prossimi mesi a causa dei lavori svolti male, non ci resta che segnalare e sperare che chi di competenza agisca.