Avellino, Aiello non fa miracoli: è la politica che dorme

Quando c’è la volontà nulla è impossibile. Anche la chiesa dei Liguorini a San Tommaso, popoloso quartiere di Avellino, presto sarà salva.

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La Diocesi del capoluogo irpino, su richiesta del Vescovo Arturo Aiello, è riuscita a sistemare un altro tassello della storia cittadina.

La domanda però sorge spontanea: “Perché non ci riesce anche il Comune?”.

Aiello: il vescovo che fa miracoli

Da quando è arrivato ad Avellino nel 2017, il vescovo Aiello ha restituito alla città tanti spazi che l’amministrazione pubblica aveva abbandonato.

Di cosa sto parlando? La grande aiuola di piazza Libertà, il verde e i campi sportivi di Parco Palatucci, il restauro del Duomo, sono solo alcuni dei grandi interventi portati avanti dal vescovo Aiello negli ultimi quattro anni.

Come promesso poco meno di due anni fa, adesso, inizieranno i lavori per salvare la Chiesa settecentesca dei Liguorini a San Tommaso.

La Chiesa dei Liguorini oggi
La Chiesa dei Liguorini oggi

Perché deve muoversi la Curia?

Perché l’amministrazione comunale non lo fa? Qualunque sia il punto di vista, qualcosa non torna. Forse, in realtà, tutto torna: se guardiamo, anche, a cosa è accaduto negli ultimi anni.

Eppure gli incentivi per l’amministrazione non mancano. Nulla di diverso dai predecessori, si intende.

Facciamo i conti giusto per capire quanto un’amministrazione venga pagata per fare o, talvolta (si spera poche volte), per non fare. O non fare abbastanza.

I freddi numeri: il sindaco guadagna oltre 4500 euro lordi al mese, il vicesindaco 3381, gli assessori tra i 1352 e i 2705 euro e i consiglieri 32 euro a seduta. Un gettone di presenza niente male, che dite?

La rabbia cresce perché a volte basta poco per fare la differenza. Quello che il vescovo sta facendo, lo dimostra.

Negli ultimi decenni gli amministratori di Avellino non hanno mai dimostrato interesse per la città e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Come diventare un sindaco modello

Già, ma cosa deve fare un sindaco? Una ricetta perfetta, ovviamente, non esiste.

Dopotutto anche i giudizi sull’operato di qualcuno finiscono, spesso, per peccare di parzialità. Allora, forse, può essere più semplice procedere per esclusione.

Cosa non basta per essere un buon sindaco? Di certo i requisiti anagrafici o il sangue biancoverde. Tutt’al più aggiungono del colore, ma poi serve la sostanza.

Una progettualità chiara, conoscenza della macchina amministrativa, libertà dal giogo del consenso, capacità di sfidare lo status quo quando andare contro-corrente è l’unico modo di centrare i risultati sul lungo termine. Gli unici che contano.

Non solo promesse e annunci che, per un caso o per un altro vengono puntualmente disattesi.

Il Vescovo di Avellino, Arturo Aiello.
Il Vescovo di Avellino, Arturo Aiello.

È semplice puntare il dito

Sì, sicuramente sì. È troppo semplice puntare il dito e criticare cosa non va.

Il problema di fondo però è sempre lo stesso da anni: la mancanza di ascolto e collaborazione.

Tramite questo blog abbiamo segnalato disservizi e idee per Avellino. Sia via Pec, sia in modo più informale. Non c’è stata mai una risposta.

Eppure si trattava di ordinaria amministrazione: dalla sostituzione delle giostre per bambini, alla riqualificazione dei monumenti, alla cura del verde urbano.

Quando i cittadini, specialmente se giovani, hanno voglia di migliorare la propria città, devono essere ascoltati.

Perché noi giovani, purtroppo, ad Avellino non abbiamo lo spazio che meritiamo. Quello spazio, anche più istituzionale, che ci è stato tolto anni fa. Ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Per adesso l’auspicio più grande è che il Vescovo Aiello inizi a dare ripetizioni private a chi amministra la nostra città. L’alternativa è che ci vuole un miracolo, per…Davvero.

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