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Pillole di storia

Storia breve di Avellino: fra re, papi e contesse

Dall’antica Roma fino ai periodi più recenti. Ecco tutta la storia e le curiosità sulla nascita di Avellino.

Qual è l’origine di Avellino. Sapevate che i Romani hanno sempre considerato le terre d’Irpinia come un punto strategico? E che Ruggero d’Altavilla è stato nominato Re di Sicilia qui dall’Antipapa Anacleto II?

Tutto partì da Abellinum

Secondo alcune ricostruzioni storiche, la città di Avellino è nata intorno all’82 avanti Cristo in un luogo vicino all’attuale capoluogo irpino, precisamente nell’odierna Atripalda..

Si narra che Silla, sconfitti Sanniti e Irpini, fece costruire una colonia militare, Abellinum. L’originale insediamento seguiva i classici dogmi dell’epoca. La città era divisa in cardi e decumeni.

In età repubblicana Roma la dotò di organi istituzionali e fece costruire uno degli acquedotti più grandi dell’epoca che collegava Serino, in Irpina alla città napoletana di Bacoli.

I Longobardi

Con la diffusione del Cristianesimo iniziarono anche qui le persecuzioni. I primi martiri furono Modestino, Flaviano e Fiorentino poi divenuti santi e patroni di Avellino.

I Longobardi distrussero l’antica Abellinum. Gli abitanti si rifugiarono così nell’attuale collina della Terra, dove ore sorge il Duomo e tutta la parte antica di Avellino.

Durante il dominio longobardo, fu costruito anche l’antico castello di cui oggi restano solo i ruderi. Nell’896 per la prima volta si ha notizia di un Oppidum Abellinum. In quell’anno Guido II di Spoleto cercò di attaccare Avellino. È del 12esimo secolo poi la prima testimonianza scritta sui documenti notarili, della presenza del castello.

Il Regno delle due Sicilie nacque qui

Con l’arrivo dei Normanni la città visse un periodo fiorente. Nel 1130 nel Duomo di Avellino, l’antipapa Anacleto II consegnò una bolla a Ruggero II d’Altavilla che anticipò la sua nomina a Re di Sicilia, Calabria e Puglia.

Aveva così inizio il Regno delle due Sicilie. Le dispute tra Ruggero e il cognato Rainulfo, conte di Avellino, però sono sempre più insistenti. Inizia così una guerra tra i due che si estede fino in Puglia.

Ruggero si afferma sul cognato e lo invia a Roma per proteggere l’Antipapa. Così il re di Sicilia ha la possibilità di ristabilire l’ordine e di confiscari anche diversi territori a Rainulfo.

La punizione di Innocenzo II

Lotario, con l’appoggio di Innocenzo II, decise di scendere in Irpinia per fermare l’espansione di Ruggero e per punirlo.

In quel momento però il sovrano era in Sicilia. Il Papa e Lotario entrarono nella città senza molte difficoltà. Così Ruggero decise di punire il suo popolo attaccando e distruggendo il castello e le altre costruzioni.

Intorno al 1400, con l’arrivo degli Aragonesi, la città fu distrutta di nuovo. Troiano Caracciolo infatti si scontrò con Alfonso d’Aragona venuta da Nola proprio per prendere possesso di un nuovo territorio. Dopo un trattato di pace il castello fu ricostruito.

Una grande donna a capo

Nel 1513 Maria de’ Cardona ricevette in eredità la contea di Avellino. Donna di grande fascino e competenze ne fece rifiorire l’economia e la cultura. Maria de’ Cardona creò intorno a sè un circolo illustre e fondò anche l’accademia culturale dei Dogliosi.

La famiglia Caracciolo con Marino II fece proseguire la crescita culturale di Avellino dando ancor più vigore all’accademia.

Tanti ospiti illustri

Il Castello di Avellino fu un luogo di ritrovo per tanti artisti e personaggi illustri. Grazie a Marino II fu trasformato in palazzo reale e così la cultura fu incentivata.

Tra gli artisti che più diedero lustro alla città c’è Cosimo Fanzago, il più prestigioso esponente del barocco napoletano.

All’interno del Castello furono ospitate la regina d’Ungheria e l’imperatrice Maria d’Austria. Passò qualche giorno nel centro storico avellinese anche il principe Zaga Christos, pretendente dell’Etiopia.

Da Masaniello ai moti carbonari

Nel 1647, durante la rivoluzione di Masaniello, i popolani di Montoro cacciarono con forza dal castello il principe di Avellino Francesco Marino. Al suo posto si autoproclamò un certo Di Napoli. Il duca di Guisa, reggente del territorio però, lo fece subito arrestare.

Anche duecento anni dopo, durante i moti carbonari del 1820, Avellino fu protagonista. Ferdinando di Borbone, dopo le insistenti proteste, anche violente, dei cittadini, dovette concedere una costituzione agli abitanti.

Traguardi e danni

Nel 1888 Avellino fu una delle prime città di tutto il Paese ad avere l’illuminazione elettrica pubblica. Dopo l’Unità d’Italia però l’economia crollò e i terremoti del primo novecento provocarono importanti danni.

Il 14 settembre del 1943 Avellino è stata bombardata dagli Alleati con l’obiettivo di bloccare i nazisti. Le bombe, per errore, esplosero nella piazza del mercato causando la morte di circa 3mila persone.

L’obiettivo principale era infatti il vicino Ponte della Ferriera, collegamento strategico per gli hitleriani.

Quei terribili 90 secondi

Un altro evento drammatico che ha colpito la città di Avellino è stato il sisma del 23 novembre del 1980. La terrà tremò per novanta secondi con epicentro in alta Irpinia, tra Conza della Campania e Teora, provocando ingenti danni.

La scossa fu di magnitudo 6.9 e provocò oltre 280mila sfollati in tutta la regione. I morti furono quasi 3mila mentre i feriti 8.848.

A quarant’anni da quel terribile giorno anche il capoluogo mostra ancora le ferite del terremoto che ha segnato per sempre la storia di Avellino.

2 risposte su “Storia breve di Avellino: fra re, papi e contesse”

Ottima ed efficace sintesi delle vicende vissute dal nostro capoluogo. Sarebbe piacevole ed interessante un prossimo ampliamento, così da colmare la carenza di notizie sulla città di Avellino. Per ora complimenti vivissimi.

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