Nel 1555, mentre a Venezia veniva stampato il primo quotidiano d’Italia e Michelangelo Buonarroti stava scolpendo la sua ultima opera, la Pietà Rondanini, a San Pietro veniva eletto Papa un irpino: Gian Pietro Carafa. Sarebbe passato alla storia con il nome di Paolo IV.
Il Pontefice è nato infatti nell’attuale Capriglia Irpina e dalle pendici del Partenio ha iniziato la sua rivoluzione ecclesiastica. Certo, anche adottando scelte molto discutibili per il ruolo che ha occupato.
Chi è il Papa irpino?
Papa Paolo IV nacque da una delle famiglie nobili del Regno di Napoli. Grazie allo zio, il noto cardinale Oliviero Carafa, venne nominato cameriere pontificio di Papa Alessandro VI.
Due anni dopo venne eletto vescovo di Chieti, in Abruzzo e presto divenne anche ambasciatore in Inghilterra e Spagna.
Con il Santo della Provvidenza, Gaetano Thiene, fondò l’ordine dei Chierici regolari Teatini. Nel 2008 contava meno di duecento membri.
Sfuggito al Sacco di Roma del 1527, Gian Pietro Carafa diventò cardinale e si fece notare per il carisma e le idee anti protestanti e molto conservatrici.

L’elezione a Pontefice
Con il conclave del 1555, Gian Pietro Carafa venne eletto 223esimo vescovo di Roma.
Quando è stato eletto, Paolo IV aveva 79 anni. Il più anziano pontefice dalla nomina di Gregorio XII.
Inquisizione e lotta agli Ebrei
Paolo IV Carafa promosse a lungo politiche a sostegno dell’inquisizione contro gli eretici interni alla Chiesa e non solo.
Durante il suo pontificato, infatti, sono stati condannati numerosi uomini influenti a livello politico e clericale che negli anni precedenti avevano tentato di ostacolare l’ascesa al potere vaticano di Paolo IV.
Il “Papa irpino” fece riaprire processi già conclusi provocando condanne a molti imputati che erano stati prosciolti negli anni precedenti.
Con la bolla Cum nimis absurdum, Paolo IV promosse la discriminazione degli Ebrei.
Istituì infatti il primo Ghetto a Roma nel rione Sant’Angelo e condusse forti azioni per convertire alla religione cattolica numerosi ebrei e protestanti. L’alternativa? Era la morte.

L’indice dei libri proibiti
Papa Paolo IV creò il primo indice dei libri proibiti, emanato nel 1558.
Una proibizione in tre fasce: la prima comprendeva gli autori che non era concesso leggere, la seconda i titoli non ammessi e la terza i volumi di astrologia, magia e quelli che non avevano ricevuto il permesso della Chiesa.
Chiesa e politica
Paolo IV Carafa non ha rinunciato a numerosi scontri politici durante il suo pontificato.
Essendo un filofrancese, infatti, ha sempre visto la Spagna come un pericoloso nemico. Firmò un’alleanza con il re d’oltralpe per liberare il meridione italiano dalla presenza iberica.
Per l’intervento di Filippo II di Spagna si arrivò a una tregua: lo Stato Pontificio si dichiarò territorio neutrale.

Anche contro il Sacro Romano Impero Germanico, guidato da Carlo V d’Asburgo, Paolo IV non ebbe buoni rapporti sin dall’inizio della sua nomina.
Non mancarono infine tensioni con la corona inglese retta da Maria I Tudor, moglie di Filippo II di Spagna.
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