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A 19 anni costruisce una scuola e aiuta centinaia di persone

A 19 anni Samuele Tomasselli ha speso la sua adolescenza per la comunità. È riuscito a garantire beni di prima necessità a poveri e terremotati e anche a costruire una scuola in Africa.

Samuele Tomasselli è un 19enne di Todi che sin dalle medie si è speso per la comunità organizzando iniziative benefiche a sostegno delle fasce deboli.

Con gli anni ha raggiunto grandi risultati riuscendo perfino a finanziare la costruzione di una scuola in Africa e ad assicurare dei beni di prima necessità per i terremotati croati.

I primi passi

«Gli anni delle medie sono stati un periodo buio, ho avuto molte difficoltà a relazionarmi con le persone, non avevo hobby ed ero svogliato – ha esordito Samuele -. Oltre ad avere voti pessimi (6 in condotta e 6 all’esame di terza media), le uniche passioni che avevo erano la lettura e la vocazione verso la Chiesa».

Samuele è uno di tre fratelli e viene da una famiglia che ha sempre avuto un forte spirito religioso.

«Quando con i miei non mi trovavo per niente passavo tutti i pomeriggi all’oratorio della città in cui vivo (Todi ndr)».

«Ho conosciuto quattro ragazzi tra i 20 e i 25 anni che avevano deciso di vivere aiutando gli altri. Avevo 12 anni e per me sono stati un esempio».

Così ha iniziato anche lui partendo dalle raccolte alimentari. Nonostante avesse 13 anni, Samuele ha poi partecipato al Grest, campi estivi organizzati dalla Curia. Aveva duecento ragazzi da gestire come capo animazione.

«È stato il momento più importante della mia vita. Non avendo nessuna ambizione, l’unica cosa che contava era aiutare il prossimo».

I campi di lavoro

Samuele ha dedicato anche l’estate agli altri. Ha partecipato infatti negli anni scorsi a due campi di lavoro: uno a Rimini e uno in Piemonte a Vercelli.

Qui i volontari come Samuele hanno aiutato degli ex terremotati che erano rimasti senza acqua ed elettricità. A causa di una lieve scossa avevano perso di nuovo tutto.

«Finito questo periodo ho continuato ad aiutare i ragazzi dell’oratorio. Quando sono diventato rappresentante di istituto c’è stata un’altra rivincita», ha confessato.

Questo è il terzo anno di rappresentanza per Samuele. È stato eletto sempre come candidato più votato. A scuola ha voluto subito portare progetti simili a quelli che faceva con l’oratorio. «Cercavo sempre di metterci qualcosa di sociale».

I progetti fatti in tre anni sono stati tanti. Dalla band di istituto che si è esibita nelle case di riposo durante il periodo di Natale, ad altre decine di iniziative benefiche che hanno coinvolto tutta la comunità di Todi.

La band di istituto dell'Einaudi
La band di istituto dell’Einaudi

La scuola in Africa

Un altro progetto ideato da Samuele e portato avanti insieme ai suoi amici e professori, è stato la costruzione di una scuola in Africa.

«Tramite il nostro professore di religione abbiamo inviato delle mail alle ditte che fanno panettoni. La Maina ci regalò circa 1200 panettoni e noi siamo andati a prenderli a Varese».

«Li abbiamo impacchettati e li abbiamo venduti raccogliendo 16mila euro. Con una Onlus abbiamo costruito una scuola in Africa con due stanze e un bagno».

La scuola in Africa in costruzione

Le iniziative con il Covid

«Sotto Natale durante il Covid, abbiamo raccolto vestiti e beni di prima necessità che abbiamo poi inviato a 500 famiglie individuate con il settore dei servizi sociali del comune di Todi», ha continuato Samuele.

Il 6 gennaio a pochi chilometri da Zagabria c’è stato un terremoto. La Protezione Civile di Todi si era organizzata per inviare un camion con beni di prima necessità in Croazia.

«Ci siamo organizzati Abbiamo iniziato a ritirare i beni da tutte le famiglie che volevano donarli arrivando a mille pacchi tra vestiti e beni di prima necessità».

«A Pasqua invece abbiamo venduto uova di cioccolato e comprato alimenti di prima necessità che abbiamo destinato alle famiglie con più difficoltà».

La locandina dell'iniziativa pasquale
La locandina dell’iniziativa pasquale

Dubbi e aiuti

«Quando abbiamo fatto la scuola in Africa, il primo a non crederci ero io. Quei compagni che pensavano che non avremmo raggiunto nessun risultato, hanno cambiato idea vedendo come procedevano i progetti».

«Eravamo partiti in 5 e siamo arrivati in 60 e la maggiore soddisfazione è che tra questi c’erano anche coloro che avevano criticato le nostre idee».

Il sindaco di Todi, la Protezione Civile, la scuola e l’oratorio hanno sempre sostenuto i progetti di Samuele dando un valore aggiunto a tutte le sue idee a sostegno delle fasce più deboli della popolazione.

«Non sempre è stato facile. Avevo i bastoni tra le ruote dagli studenti più grandi. Non sopportavano che avessi 16 anni quando ho iniziato come rappresentante – ha detto Samuele -. All’inizio era come se dovessi lottare contro tutto e tutti».

Le prossime iniziative

A fine maggio Samuele organizzerà una raccolta viveri e il banco alimentare come ogni anno.

Le amiche di Samuele al banco alimentare

«C’è una volontà tra i ragazzi indescrivibile – ha rivelato il 19enne con soddisfazione -. Un’altra fortuna è che il nostro dirigente fa parte della direzione della Caritas del comune di Todi e ci dà sempre una grande mano».

Per Samuele la prima parola è osare provocarci sempre. Ci ha svelato il suo motto: «Osare credere, spavaldi essere».

Il futuro

Samuele ha le idee chiare sul suo futuro. «Voglio entrare nel settore finanziario. In qualsiasi posto andrò voglio aiutare chi è lì».

«Mi sono visto in un prima e un dopo. La persona che ero prima è un alter ego di quello che sono ora. Nella mia scuola non mi andava bene com’erano le cose. Così mi sono messo in gioco per cambiarle».

Genitori d’esempio

«In quello che ho fatto non mi sono ispirato a nessuno. È stato sempre importante trovarsi al posto giusto al momento giusto», ha raccontato Samuele.

«Se devo indicare una persona che mi ha aiutato nel percorso sociale ti posso dire la mia famiglia – ha detto-. Anche se alle medie non ci legavo molto. Nei miei genitori vedo il più bell’esempio del passare la vita a servizio degli altri. Si mettono sempre a disposizione per il prossimo».

Il covid

Samuele ci ha poi parlato dell’emergenza Covid. «Come dice sempre una mia collega di consulta: ho un difetto, vedo sempre un bicchiere mezzo pieno».

Il covid ha precluso lo svolgimento di tante attività e idee che Samuele aveva in mente. D’altra parte però, ha spiegato Samuele, gli ha dato possibilità di svolgere attività che nessuno aveva mai fatto prima.

«Il momento più alto che ho vissuto come rappresentante è stata l’assemblea regionale contro le mafie. Ho intervistato, davanti a 25 mila persone, tre esponenti della lotta contro le mafie: qualcosa che nessuno ha mai fatto e che non sarebbe stato possibile senza il covid», ha concluso Samuele.

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