«Restiamo in didattica a distanza fino a fine anno. Noi in classe così non torniamo». È questo l’appello che noi rappresentanti degli studenti delle scuole superiori di Avellino abbiamo rivolto alle autorità.
Con una nota, firmata da 37 di noi, abbiamo sottolineato al sindaco Gianluca Festa, al prefetto Paola Spena e al provveditore agli studi Rosa Grano quelle che sono le criticità che limitano un vero ritorno tra i banchi di scuola in sicurezza.
Ascoltateci!
Abbiamo sottoposto a tutti gli studenti delle scuole superiori che hanno aderito al documento, un sondaggio. Abbiamo chiesto se fossero intenzionati a un eventuale ritorno in presenza.
Su 4852 votanti, ben il 96,5 per cento (4684 persone) hanno dichiarato che ritengono sia opportuno rimanere in Didattica a Distanza fino a fine anno.
I troppi problemi
Purtroppo i problemi per un ritorno in classe in presenza sono davvero tanti. Dopo aver ascoltato gli studenti e le studentesse delle nostre scuole abbiamo riassunto quelle che sono le esigenze della stragrande maggioranza in diversi punti:
Utenza eterogenea degli istituti scolastici.
Parte degli alunni degli istituti superiori provengono dai comuni della Provincia di Avellino, molti dei quali purtroppo sono ancora definitib dei cluster Covid.
Questione Trasporti pubblici.
Gran parte degli studenti usa i trasporti pubblici per raggiungere il proprio istituto.
Vista la corposa utenza scolastica locale, l’uso in massa dei mezzi pubblici (carenti da anni e non potenziati a sufficienza in proporzione al numero degli studenti che ne usufruirebbero) potrebbe diventare un modo nuovo di diffusione dei contagi.
Didattica Digitale Integrata poco efficiente.
Già lo scorso Settembre noi studenti delle superiori abbiamo svolto la Didattica Digitale Integrata in diverse percentuali (metà in classe e metà a casa per esempio).
Fin da subito però, la maggioranza degli allievi che seguiva le lezioni da casa presentava grosse difficoltà nell’ascoltare i docenti e le spiegazioni (data la lontananza del pc dalla cattedra e dalle lavagne).
Non tutte le scuole infatti sono dotate di lavagne multimediali con le quali si può condividere lo schermo e farlo vedere a tutti coloro che sono connessi.
Non sono state poche infatti, le volte in cui il docente si vedeva costretto a ripetere il lavoro fatto in classe ai ragazzi on-line.
Personale scolastico non vaccinato del tutto
Il personale scolastico in molti casi ha ricevuto solo la prima dose del vaccino contro il Covid e quindi non risulterebbe coperto del tutto.
Ritorno per le quinte in vista dell’Esame di Stato
Gli studenti dell’ultimo anno sono particolarmente allarmati per l’eventuale ritorno in classe in presenza poiché il rischio di un eventuale contagio aumenterebbe.
Dal 16 giugno prossimo inizieranno gli Esami di Stato. Un possibile contagio (suscettibile di quarantena) potrebbe generare non pochi problemi all’intera classe, soprattutto se prossimo alla data di
convocazione all’esame orale.
I sacrifici del comparto scuola
Con l’inizio della pandemia le scuole italiane hanno dovuto cambiare radicalmente le tecniche e le strategie, forse un po’ obsolete, che si adottavano da sempre.
Ci siamo trovati tutti davanti un computer e da un giorno all’altro abbiamo dovuto iniziare a svegliarci la mattina e a sederci da soli dietro una scrivania per ore.
I sacrifici fatti da docenti, presidi, famiglie e studenti sono indescrivibili, come quelli di ogni categoria. Solo chi ha vissuto e sta vivendo questa situazione lo può sapere.
Si è vero il ritorno alla “normalità” è necessario. È però anche un dovere garantire la sicurezza di tutti.
Parliamoci chiaro. Mancano oramai poche settimane alla fine di quest’anno scolastico. Vale davvero la pena rientrare in presenza con tutti i problemi che ci sono? O e meglio terminare le vaccinazioni al personale scolastico e sistemare le strutture in vista di settembre?
Io sono uno studente delle superiori e ci tengo a essere molto diretto. La didattica a distanza non è un sistema perfetto, non è la didattica del futuro ma adesso rischiare, dopo tutti i sacrifici fatti da marzo scorso, non ne vale la pena.
Noi vogliamo rientrare a scuola. Ma vogliamo tornare per restare!