L’albero di Natale più famoso del mondo, quello di Rockefeller Center, ha origini italiane o meglio irpine. Sì, avete capito bene. A svelarlo è stata una pagina dedicata ai racconti di personaggi di New York famosi e non, di ieri e di oggi.
L’albero di Rockefeller Center è irpino
Secondo la page New York Tales, infatti, l’idea di mettere un albero al centro di uno dei più grandi complessi privati al mondo nella famosa contea di New York (Manhattan) è tutta irpina.
Degli operai italiani, prima di rientrare a casa, avevano avuto l’idea di installare un grosso abete e di decorarlo come meglio potevano. Era il 24 dicembre sera del 1931.
Pulirono per bene la zona e piazzarono al centro della piazza l’albero. Non avevano luci nè decorazioni e così, con l’aiuto delle loro scale, decisero di usare dei barattoli di vernice vuoti, delle corde da impalcature e altri materiali edili per allestire l’albero.
Il loro datore di lavoro decise di premiarli con un aumento sulla paga mensile.
Cosa c’entra l’Irpinia?
La maggior parte degli operai veniva dalla Campania e precisamente dalla provincia di Avellino. L’idea di piazzare un albero, in quello che oggi è uno dei centri direzionali più famosi al mondo, è stata del capo cantiere, originario di Montoro.
La pagina Facebook lo ha descritto come «un muratore con le mani grandi come badili e il cuore ancora più grande di quelle mani».
Il Natale era un evento molto sentito anche oltreoceano. Per i milioni italiani emigrati all’estero, infatti, questa festività era l’opportunità per passare del tempo in più in famiglia ricordando le tradizioni e le radici che si erano dovute abbandonare.

Il dialogo tra gli operai
La page New York Tales ha ricostruito il dialogo tra gli operai che parlavano in dialetto irpino.
Il capo cantiere originario di Montoro, in provincia di Avellino, disse (tradotto dal dialetto irpino): «Prima di andare a casa, potremmo fare una cosa. Mettiamo un bell’albero al centro della piazza e decoriamolo con quello che abbiamo. Poi andremo dalle nostre famiglie a festeggiare il Natale e, al nostro ritorno, l’albero sarà ancora qui».
«Ma non abbiamo niente! Abbiamo solo delle latte vuote di vernice, un po’ di carta stagnola, qualche corda e un po’ di lacci. – risposero gli operai -. Verrà uno schifo, non lo guarderà nessuno e faremo pure una pessima figura»
Il capo cantiere convinse gli operai dicendo: «Verrà bellissimo e ne parleranno tutti».
Anche l’anno successivo gli operai installarono l’albero all’ingresso di Rockefeller Center. Due anni dopo fu la volta dell’inaugurazione del grande centro direzionale.
Per l’occasione le decorazioni dell’albero furono migliorate e ci fu la prima accensione ufficiale. Indimenticabile, come quel gesto di cuore degli operai irpini.