Avellino: oggi 190 anni del Convitto Colletta voluto dai Bonaparte

Avellino: compie 190 anni il Convitto Colletta voluto dai Bonaparte

Auguri Convitto, buon 190esimo compleanno! Oggi sono giusto 190 anni dall’inaugurazione della celebre struttura di Corso Vittorio Emanuele di Avellino. Scopriamo la sua storia.

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L’istituto, oggi sede di scuole elementari, medie e superiori, è dedicato al celebre patriota e storico italiano Pietro Colletta.

Il Convitto Colletta presentato dagli alunni

Il Convitto voluto dai Bonaparte

Come dicevamo, oggi sono 190 anni dalla nascita del Convitto Colletta. La sua nascita è stata sancita nel 1807, quasi trent’anni prima della sua inaugurazione.

Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore del celebre Napoleone, era a capo del Regno di Napoli in sua rappresentanza quando stabilì che ogni provincia dello Stato dovesse avere un “Collegio Reale“.

Avellino, che all’epoca faceva parte della provincia del Principato Ultra, fu scelta come luogo per costruire il grande istituto in quanto capoluogo.

La burocrazia, lunga anche all’epoca, portò all’approvazione del progetto solo nel 1823.

Inaugurato il primo dicembre del 1831, il convitto di Avellino fu costruito a forma di “T” su un terreno di proprietà del sacerdote don Antonio Gallo, acquistato per 4mila ducati.

La forma a "T" del Convitto di Avellino.
La forma a “T” del Convitto di Avellino.

Convitto Avellino: le cattedre di prestigio

In origine la struttura presentava solo due piani. Toccherà aspettare il 1860 per la costruzione del terzo livello con l’orologio a campane.

Le cattedre istituite al Convitto di Avellino nei primi anni furono davvero tante e tutte molto prestigiose.

Prima tocca a quella di Diritto pubblico con i Padri Scolopi, poi il Liceo di Scienze Classiche con diverse cattedre a livello universitario.

Convitto Avellino: il Regio Liceo Ginnasio

Nel 1861 il Convitto di Avellino divenne Regio Liceo Ginnasio e Convitto Nazionale. L’istituzione fu sottratta ai padri Scolopi che negli anni l’avevano fatta diventare un centro d’idee liberali e rivoluzionarie.

Preso in consegna dal ministero dell’Istruzione del neonato Regno d’Italia, il Convitto fu intitolato a Pietro Colletta.

Il riconoscimento a De Sanctis

Nel 1917, nel pieno della prima guerra mondiale, gli studenti del Convitto Nazionale decisero di installare un busto di Francesco De Sanctis nel giardino antistante la storica istituzione.

L’obiettivo era ricordare per sempre uno dei politici irpini più importanti dei primi anni del Regno d’Italia.

Francesco De Sanctis
Francesco De Sanctis

Elogiato e spesso criticato per le sue idee lungimiranti anche in Irpinia, De Sanctis ha spesso soggiornato al Convitto Nazionale di Corso Vittorio Emanuele dove ha sempre trovato un’ottima accoglienza.

Seguì nel 1921 l’inaugurazione delle due lapidi in memoria dei giovani ex allievi caduti in battaglia durante la Grande Guerra.

Il Convitto di oggi

Tra gli anni sessanta e settanta ci è stata poi la grande scissione del Convitto di Avellino. Il Liceo Classico “Pietro Colletta” fu affidato alla nuova sede dei Cappuccini in via Tuoro.

Il palazzo di Corso Vittorio Emanuele restò in funzione grazie alle scuole elementari, medie e ginnasio. Qualche anno dopo tornò anche l’indirizzo liceale.

Al 1995 si deve poi l’istituzione di un corso di studi innovativo e al passo coi tempi: il Liceo Classico Europeo che fonde il passato con l’importanza delle lingue, del diritto e della cultura internazionale.

Oggi la struttura è in funzione come semi convitto ed è sede di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado divisa in Liceo Classico e Liceo Classico Europeo.

Smog, Avellino maglia nera in Italia: ci avete rotto i polmoni

Legambiente Avellino protesta Mal'aria 3

Avellino è il capoluogo più inquinato del centro sud ed è anche una delle città più inquinate d’Italia.

Questo è quanto emerge dall’ultimo report Mal’aria di Legambiente. Protesta ambientalista davanti la Prefettura.

Legambiente Avellino protesta Mal'aria 2
Legambiente Avellino protesta Mal’aria

Il report di Legambiente

Come si legge sul sito ufficiale di Legambiente, il report annuale Mal’aria di città non ha portato buone notizie in Irpinia.

Avellino infatti, a causa dei suoi 78 sforamenti di Pm10 registrati nel 2020 nonostante il lockdown, si è classificata come settimo capoluogo con l’aria più inquinata del Paese.

Peggio dell’Irpinia c’è solo Torino, Venezia, Padova, Rovigo, Treviso e Milano, tutte città che si trovano nel settentrione italiano. Anche Napoli, Caserta, Salerno e Benevento hanno registrato dati migliori rispetto all’Irpinia.

I danni dell’inquinamento

L’inquinamento dell’aria causa ogni anno circa 2 milioni di morti premature nel mondo.

L’Organizzazione mondiale della Sanità, che da anni si batte chiedendo di diminuire i livelli di inquinamento in tutto il mondo, stima che con un basso livello di polveri sottili nell’aria ci sarebbe anche una netta diminuzione di infezioni respiratorie.

La prova che l’inquinamento molto spesso è causa delle morti di milioni di persone, è stato anche confermato lo scorso dicembre dalla giustizia inglese.

A Londra infatti, è stato riconosciuto l’inquinamento come causa della morte della piccola Ella Adoo-Kissi-Debrah che a 9 anni nel 2013 è scomparsa a causa di una grave forma di asma.

Proprio alla luce dei gravi danni provocati dall’inquinamento ad Avellino, gli attivisti di Legambiente Campania e del circolo Legambiente Valle Solofrana, hanno alzato la voce e hanno chiesto l’intervento delle autorità.

Legambiente Avellino protesta Mal'aria
Legambiente Avellino protesta Mal’aria

Ci avete rotto i polmoni

Da giovane molto sensibile alla tematica dell’inquinamento e della tutela del verde, anche io ho partecipato alla manifestazione di Legambiente.

I dati che sono emersi dagli ultimi studi sono allarmanti. L’Irpinia da isola verde e sana degli scorsi decenni, sta sempre più diventando il polmone nero della Campania e del Meridione.

Oggi è stato consegnato il report Mal’aria di Legambiente al Prefetto di Avellino, Paola Spena. La speranza è che chi di dovere intervenga il prima possibile.

Non bastano isole ecologiche o restrizioni sui riscaldamenti. L’Irpinia ha bisogno di una conversione green rapida e importante, che parta dal trasporto pubblico e arrivi alle industrie. Si deve intervenire subito. Mo’ basta. Ci avete rotto i polmoni!

Avellino, Natale 2020: luci solo in centro città

luminarie natale avellino

Il Natale è vicino e il comune di Avellino non ha voluto rinunciare a celebrarlo.

Nonostante non sia possibile organizzare eventi e assembramenti, il sindaco Gianluca Festa ha deciso di stanziare dei fondi per l’installazione di luci e addobbi per illuminare il verde pubblico.

Luci in città: ecco 40mila euro

Con la determina dirigenziale numero 143, il comune di Avellino ha approvato lo stanziamento di oltre 43mila euro per l’installazione delle luci natalizie in città.

L’appalto è stato vinto dall’operatore economico De Vincenzi Pierino di Isernia che ha registrato un’offerta al ribasso di quasi il 6 per cento.

Dove saranno installate le luci?

Nel documento si legge che le luminarie saranno installate solo tra il verde cittadino del centro città. Saranno coinvolti anche alcuni palazzi religiosi oltre ad alberi e aiuole.

I lavori sono iniziati oggi pomeriggio. I primi fili luminosi sono stati installati tra i rami degli alberi di piazza Libertà. Non si sa ancora quando saranno attivate.

Non è escluso che nei prossimi giorni l’amministrazione comunale possa installare degli addobbi simbolici anche nelle periferie.

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L’installazione delle luci. Fonte foto: Raoul Pascucci

«Per il covid solo il verde»

La volontà di illuminare solo il verde cittadino, era già stata comunicata nei giorni scorsi dall’amministrazione Festa.

L’assessore agli eventi, Stefano Luongo, ha infatti annunciato che «la scelta più razionale è stata quella di un Natale low profile senza grandi eventi per evitare assembramenti e iniziative che richiamino persone anche da fuori città».

«È giusto – ha continuato l’esponente della giunta Festa – creare semplicemente un clima natalizio per stimolare il commercio».