Piantare alberi in giro per il mondo per combattere contro il cambiamento climatico e aiutare le comunità contadine.
Sono questi gli obiettivi di zeroCO2, una società benefit nata nel 2019 che conta su un’equipe di soli giovani. Età? Tra i 20 e i 30 anni.
Cos’è zeroCO2?
Andrea Quattrocchi, 22enne del team di zeroCO2 ci ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste la realtà in cui lavora da circa un anno.
ZeroCO2 è nata nel novembre 2019 in Guatemala dall’idea di un italiano, Andrea Pesce, e di un guatemalteco, Virgilio Galicia.
ZeroCO2 si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale. «Gestiamo progetti in diverse parti del mondo, in particolare in Perù, Guatemala e Argentina».
«Tutti gli alberi che piantiamo sono donati a famiglie contadine generando in primis una sicurezza alimentare grazie ai frutti prodotti dagli alberi e poi un supporto economico perché molti contadini possono rivendere i frutti prodotti in eccesso».
Formazione, motore della sosteniblità
Oltre alla piantumazione e alla donazione di questi alberi, zeroCO2 si occupa insieme alla onlus Comparte di formare le comunità contadine locali sull’importanza di un’agricoltura sostenibile.
«Riteniamo che l’educazione sia il motore dello sviluppo sostenibile. Abbiamo sviluppato una tecnologia per il tracciamento e la trasparenza chiamata Chloe», ha spiegato Andrea.
Con un Qr code, zeroCO2 traccia gli alberi e invia monitoraggi periodici sullo stato di salute a chi aveva deciso, mesi prima, di donarla a una comunità contadina.
Social e successi
Grazie al mondo dei social, zeroCO2 riesce a sensibilizzare molto anche i cittadini e soprattutto i giovani sull’importanza della lotta al cambiamento climatico.
«Abbiamo uno stile comunicativo molto diretto alla sensibilizzazione e non esclusivamente al marketing».
In meno di due anni di attività Andrea e Virgilio, con il supporto dei team italiano e guatemalteco, sono riusciti a piantare oltre 380mila alberi in tutto il mondo, aiutando numerose attività contadine e compensando quantità enormi di CO2 immessa in atmosfera.
ZeroCO2 in Italia
«In Italia non facciamo riforestazione perché la copertura forestale nel nostro paese è in crescita – ha detto Andrea -. Qui collaboriamo con delle cooperative sociali a cui doniamo degli alberi da frutto o forestali per inserirli in progetti ad hoc».
Le cooperative usano le piante per attività che variano molto tra loro ma sempre con un forte impatto sociale.
Si passa infatti dalla fattoria didattica per i bambini alla sistemazione di terreni confiscati alla criminalità organizzata oppure a progetti per aiutare gli ex tossicodipendenti o i diversamente abili. «È una vera e propria agricoltura sociale».
Andrea e il cambiamento climatico
Andrea ha raccontato di essersi avvicinato alle tematiche della lotta al cambiamento climatico dopo un viaggio in Indonesia.
«Mi ha aperto molto gli occhi sul problema della sfrenata crescita economica degli ultimi anni. Ho visto delle situazioni di disagio molto pesanti causate dal cambiamento climatico che a differenza di qui si nota molto di più».
Dopo gli studi sulla Sharing Economy, Andrea si è ancor di più interessato alle tematiche del vivere sostenibile e appena si è laureato, ha deciso di guardare un po’ in giro le varie società che in Italia stessero facendo qualcosa di concreto contro il cambiamento climatico.
«Ho contattato Andrea che disponibilissimo mi ha ascoltato, ci siamo conosciuti e ho iniziato a lavorare con loro».
L’opinione della gente
Dopo questo primo anno circa di lavoro con zeroCO2, Andrea ha fatto un bilancio sulle persone incontrate nelle varie formazioni e attività.
«Incontrare qualcuno che non credesse in quello che facciamo non mi è mai capitato. Ho trovato moltissima gente entusiasta del progetto e anche persone che non sanno tanto di cambiamento climatico e non sanno quale possa essere il valore della riforestazione per combattere questo problema».
«Sto trovando molta gente che però si sta aprendo questi nuovi temi con spirito positivo».

Italia e lotta all’inquinamento
Andrea ci ha poi dato il suo punto di vista riguardo la posizione che l’Italia sta avendo nella lotta al cambiamento climatico.
«Per me non siamo proprio indietro come Italia e come Europa. Stiamo dando l’esempio a tanti altri paesi. Noto però con dispiacere che nel Recovery Fund pochi fondi sono stati dedicati alla conversione green rispetto ad altri Stati come Germania e Francia».
«Siamo indietro rispetto ad altri paesi del nord Europa ma non più avanti di tanti altri. Si può comunque fare di più».
Il ruolo delle scuole
Per Andrea «è fondamentale l’educazione al mondo sostenibile. Le scuole devono iniziare a integrare materie e a organizzare attività per formare gli studenti sul cambiamento climatico».
«Con zeroCO2 stiamo pensando di organizzare dei progetti proprio con le scuole. Abbiamo pubblicato anche un gioco dedicato agli studenti e realizzato un progetto, Revolution, in cui abbiamo organizzato delle formazioni nelle scuole italiane».
«Io personalmente vedo un interesse maggiore nelle future generazioni – ha sottolineato Andrea -. C’è molta più attenzione verso queste tematiche».
«Ci sono ragazzi che anche da soli si informano su questi argomenti. L’ultima generazione si sta impegnando più di quelle precedenti».
L’esperienza di Andrea
Per descrivere la sua esperienza in zeroCO2 Andrea ha scelto la parola impatto.
«Impatto inteso come un qualcosa di positivo sia sotto il punto di vista ambientale, sia sotto quello sociale. Dal punto di vista professionale poi, zeroCO2 mi ha dato tanto».
Le comunità locali
Le comunità locali che ricevono nuovi alberi da frutto non vedono la cooperazione come un qualcosa che termina all’atto della donazione dell’albero.
«Oggi i cittadini del Guatemala ci vedono come partner e non più come cittadini italiani ed europei che vengono e regalano alberi».
«Loro sanno che la macchina funziona grazie allo sforzo di tutto il team, in Italia e in Guatemala. Abbiamo fatto anche dei primi meeting con loro. Ci hanno trasmesso davvero tante belle emozioni», ha concluso Andrea.