La Dogana di Avellino…sono anni che se ne parla e nessuno fa nulla. Pensate che un giovane come me la ricorda sempre avvolta da tubi e impalcature per evitare che cada.
Eppure per secoli ha attirato artisti e intellettuali da ogni angolo d’Italia. E se si ripartisse da un’area verde da destinare a eventi culturali?
La Dogana di Avellino: un patrimonio unico
Grazie ad Andrea Massaro e al libro “La Dogana di Avellino” di cui mi ha omaggiato, ho potuto conoscere nel dettaglio tutta la storia di uno dei monumenti più trascurati della nostra città.
La principale funzione della Dogana era quella di una moderna “borsa” del grano in quanto fissava sul mercato i prezzi dei cereali e di tanti altri prodotti.
Nel 1674 Cosimo Fanzago, uno dei massimi esponenti del barocco napoletano, restaurò del tutto la Dogana donandole anche un spetto più moderno e abbandonando lo stile medievale.
Custodita dall’obelisco dedicato al re bambino, Carlo II d’Asburgo, la Dogana ha assistito a tutte le principali vicende storiche della città. Dalle rivolte popolari, alle conquiste, ai periodi floridi al secondo conflitto mondiale e al terremoto del 1980.
Con l’abolizione della feudalità, inizia il declino della Dogana di Avellino. Si iniziò a pensare a un restauro totale della vecchia dogana già nel 1835 ma nessun progetto fu mai approvato.
I danni dei terremoti del 1694, 1732 e 1980 sono stati enormi. A questi va aggiunto il tragico incendio che ha colpito la Dogana negli anni ’90 e tutta la querelle per l’acquisizione da parte del comune di Avellino del monumento che hanno solo ritardato il restauro di un nostro simbolo.
La Dogana in America
Come ha scritto Massaro nel suo libro, della Dogana se n’è parlato anche negli Usa durante la fiction The Sopranos. Nella dodicesima puntata, l’avellinese Isabella (interpretata da Mariagrazia Cucinotta) parla dei danni del terremoto del 1980.
Dice proprio che «non c’è rimasto molto, soprattutto dopo il terremoto, ma in una piazza del centro c’è un palazzo. È del seicento, un vero capolavoro, il Palazzo della Dogana».
(Segui la mia pagina su Facebook. Lascia un like e parla delle tue idee).
Tra idee, politica e archistar
Poche settimane fa il sindaco di Avellino Gianluca Festa ha annunciato di aver dato al noto architetto Massimiliano Fuksas l’incarico di progettare il restauro della Dogana di Avellino.
Come sempre l’opinione pubblica si è divisa. C’è chi crede che questa possa essere una reale possibilità per restaurare la Dogana e chi pensa che non fosse necessario spendere migliaia di euro solo per un progetto.
In più c’è chi oramai crede molto poco alla parola delle istituzioni. Dopotutto sono anni che viene promesso il restyling della Dogana e nessun amministratore è stato capace di dare seguito alle sue parole.
Dogana: c’è davvero la volontà di salvarla?
Io sono sempre dell’idea che se si vuole fare qualcosa si può fare. È una vergogna che in tutti questi anni nulla sia stato portato a termine.
Eppure in tutte le altre città d’Italia, monumenti come quello della Dogana non sarebbero rimasti nemmeno un anno in queste condizioni.
Viviamo in una città che ha tante potenzialità e che davvero potrebbe sfruttare le poche ma importanti bellezze che ha per diventare di nuovo un punto di riferimento della Campania e del sud Italia.
Bisogna essere più uniti perché solo se protestiamo, segnaliamo e alziamo la voce tutti insieme e in modo civile che le cose davvero cambieranno.
La mia idea per la Dogana
Da giovane che ama Avellino, non posso non dare la mia idea sulla Dogana che verrà.
Desidero tanto che il sontuoso palazzo, di cui resta solo la facciata di altissimo valore storico e culturale, non diventi un nuovo “scatolone” chiuso che la città non potrà sfruttare.
Sì, rischiamo di fare la fine dell’Eliseo, del Casino del Principe (prima che arrivavassero i ragazzi di Avionica), dell’ex asilo Patria e Lavoro e di tante altre strutture di Avellino abbandonate.
Io restaurerei solo la facciata e creerei uno spazio verde o uno spiazzo per concerti ed eventi vari alle spalle dell’opera del Fanzago.
Dopotutto nel centro storico cittadino verde pubblico non ce n’è e uno spazio che connetta piazza Amendola al retro della Dogana sarebbe facilmente sfruttabile per degli eventi culturali.