Avellino, erbacce e piante secche al corso per la Sanremo del sud

Avellino, erbacce e piante secche al corso per la Sanrermo del sud

Nuovi caldi ma stessi problemi. Ad Avellino la cura del verde sembra essere un tabù perfino in centro città. Siamo a Corso Vittorio Emanuele dove, con i primi caldi, le erbacce hanno preso il sopravvento nelle aiuole.

(Entra nel gruppo Whatsapp. Riceverai le segnalazioni, le idee e le vittorie ottenute da noi cittadini. Ti aspetto!).

Nemmeno l’ombra della manutenzione. Molto probabilmente adesso bisognerà tagliare via tutto e spendere soldi per nuove piantumazioni.

Avellino e il verde: mamma e che guaio

Se da un lato si continua ad annunciare un piano del verde che deve essere presentato alla città da un mese, dall’altro non si riesce a manutenere nemmeno le piante di Corso Vittorio Emanuele.

È questo purtroppo il quadro della gestione del verde pubblico del comune di Avellino.

Basta fare una passeggiata lungo la “buon’anima” del salotto buono per rendersi conto della condizione delle aiuole.

Le erbacce sono ovunque e pian piano stanno invadendo persino le sedute. Le vecchie piante oramai sono irriconoscibili.

Avellino e il verde: passano gli anni ma la storia non cambia

Sono passati appena cinque anni dall’ultimo grande restyling di Corso Vittorio Emanuele con l’installazione di nuove aiuole e sedute per volere dell’ex assessore all’urbanistica Ugo Tomasone della giunta Foti.

Le condizioni del nuovo arredo sono purtroppo pessime. Al di là della sporcizia e delle macchie che si possono notare accanto a ogni palo e lampione, i led che illuminavano le panchine non sono mai stati sostituiti mentre le piante nelle aiuole non vengono curate da tempo.

L’anno scorso in piena estate si pensò a una maxi potatura dopo aver lasciato per oltre quindici giorni le piante senz’acqua…niente di più sbagliato tant’è che adesso si vedono i risultati.

Le piante sono state abbandonate a se stesse e sono praticamente secche. Niente di meglio per le erbacce che stanno crescendo in totale libertà e inghiottendo anche quelle poche essenze rimaste.

Avellino e il verde: tante promesse e zero fatti

Le promesse sulla gestione del verde pubblico ad Avellino sono sempre state tante negli ultimi anni e più giorni passano più ne possiamo sentire e leggere ovunque.

Purtroppo però, anche in questo caso, restano per lo più parole. Eppure proprio nel suo programma elettorale Gianluca Festa a proposito di verde scriveva “…al tempo stesso va curato il decoro di aree verdi e spazi pubblici…”.

Programma elettorale Gianluca Festa
Programma elettorale Gianluca Festa

Se non fosse per qualche potatura di tanto in tanto e alla grande mano dei privati che stanno prendendo in gestione intere rotonde e quartieri, questa città sarebbe un bosco.

Avellino sarà la Sanremo del sud“. Era questa una delle sfide annunciate in conferenza stampa dall’amministrazione Festa per il 2020. Per carità, c’è stata l’emergenza covid di mezzo è normale che i tempi siano slittati.

Forse però il nostro sindaco avrà perso la cognizione del tempo. Siamo nel 2022 e dalla sua elezione con tanto di canti e balli calpestando il prato di piazza Libertà, sono passati quasi tre anni.

Se non fosse per i concerti improvvisati del primo cittadino, della Sanremo del sud non ci sarebbe neanche l’ombra. Per fiori e piante bisogna aspettare…pensiamo al passato e godiamoci le esibizioni di due anni fa…enjoy!

31 maggio 2020 – “Avellino, il sindaco dirige cori da stadio in strada tra giovani ammassati e senza mascherine

Panchine “mangia inquinamento” ad Avellino? Cosa sono i city tree

Che una delle difficoltà più importanti di Avellino fosse l’inquinamento non è di certo una novità. Ai problemi però bisogna sempre trovare una soluzione e in questo caso ne esistono davvero molte.

(Entra nel gruppo Whatsapp. Riceverai le segnalazioni, le idee e le vittorie ottenute da noi cittadini. Ti aspetto!).

Oggi vedremo come la lotta alle polveri sottili possa partire dall’arredo urbano grazie a una tecnologia innovativa: i city tree.

Avellino e la piaga dell’inquinamento

Avellino e le polveri sottili hanno un legame molto stretto, ormai lo sappiamo tutti. Dal report Mal’Aria 2020 di Legambiente siamo risultati il settimo capoluogo di provincia d’Italia per sforamenti di polveri sottili.

Anche nel 2021 abbiamo superato di molto i limiti stabiliti per legge mentre quest’anno sono stati registrati dalle centraline Arpac già due sforamenti nei primi giorni di gennaio.

Scopri qui la qualità dell’aria di Avellino in tempo reale grazie alle centraline della rete AURA.

Per risolvere questa situazione non c’è un’unica strategia. La soluzione perfetta non esiste. Tuttavia ci sono tante azioni che potrebbero, e aggiungo dovrebbero, essere messe in campo.

Molto spesso però si preferisce la politica dello “scarica barile”. Ma questa è un’altra storia. Ora analizziamo la proposta dei city tree.

City tree: cosa sono

I city tree sono un’invenzione della start up tedesca Green city solutions. Li possiamo definire come delle grandi panchine ecologiche e innovative.

Si tratta infatti di semplici sedute dotate però di grandi pannelli composti da muschio e altre piante che assorbono in poco spazio grandi quantitativi di anidride carbonica presente nell’aria (240 tonnellate di CO2).

Secondo le stime più dettagliate, per ogni metro quadro di parete di City tree, ci sono 1682 piante. Questo sistema quindi, oltre che pulire l’aria, contribuisce anche a migliorare la biodiversità delle città.

I City Tree sono poi dotati di appositi serbatoi d’acqua per irrigare le piante all’occorrenza mentre ne esistono alcuni capaci di immagazzinare energia elettrica grazie a pannelli solari e fornire così anche illuminazione e altri servizi.

I City tree in Italia

Quello dei City tree è un progetto europeo che sta coinvolgendo molte città di tutto il continente.

City tree: le panchine mangia inquinamento
City tree: le panchine mangia inquinamento

In Italia la prima città ad aver adottato per il momento questo sistema di ultima generazione è Modena che ha aderito al progetto “City tree scaler” dal 2017 al 2018 con la tanto di monitoraggio dei dati raccolti.

Anni fa anche ad Avellino ce una “panchina ecologica” molto simile progettata però da un’azienda italiana in piazzetta Trieste e Trento.

Purtroppo il comune a causa della mancata manutenzione l’ha fatta morire e se non fosse stato per la passione di Dora Virtuoso la piazzetta oggi sarebbe ancora nel degrado più totale.

Perché non approfittare dei tanti bandi finanziati con i fondi europei e non solo per portare questa innovazione anche ad Avellino?

Avellino, polveri sottili record: la lezione di Tramonti

abbruciamenti Avellino aria pulita

Uno dei tanti problemi dell’Irpinia è la qualità dell’aria. Da anni le polveri sottili “affogano” i nostri territori. Quest’anno Avellino è rientrata tra le prime sette città più inquinate d’Italia.

Una delle principali cause degli sforamenti sono gli abbruciamenti incontrollati di sterpaglie e potature che fanno salire i livelli di Pm10 e Pm2,5 nell’aria.

La soluzione però c’è e arriva da Tramonti, un Comune in provincia di Salerno. Perché non prendere spunto da loro?

Un biotrituratore
Un biotrituratore

La soluzione di Tramonti

Per abbattere l’inquinamento dovuto agli abbruciamenti, il Comune di Tramonti ha acquistato un biotrituratore.

Si tratta di macchine semplici e nemmeno molto costose che triturano gli scarti vegetali come fogliame e rami che in genere invece vengono bruciati nei campi e creano gas nocivi.

Il prodotto triturato, che assomiglia agli scarti di falegnameria, può essere usato come fertilizzante, combustibile, per le lettiere degli animali o per il compostaggio.

Come funziona

Per usare la macchina la procedura è molto semplice. A Tramonti bisogna inviare solo una mail alla segreteria del Comune oppure basta recarsi all’ufficio tecnico.

Ogni azienda o privato può usare il biotrituratore per massimo due giorni consecutivi. Al costo di 5 euro al giorno, viene portato direttamente dall’ente nei terreni dove sarà usato.

Avellino: guarda e copia!

L’invito che faccio al Comune è come al solito quello di ascoltare la voce dei cittadini e delle associazioni.

Legambiente ha consegnato già da gennaio il dossier Mal’Aria in Prefettura ma nessuna azione radicale è stata presa dalle autorità.

Al sindaco Gianluca Festa, alla maggioranza e all’opposizione chiedo di valutare davvero proposte come questa.

Sono idee economiche e semplici da attuare che da anni sono state messe in campo in altri territori della Campania e stanno funzionando. Perché allora non farlo anche noi?

Quanto costa un biotrituratore?

Il costo di un biotrituratore varia a seconda del tipo di macchina che si vuole scegliere.

Basta cercare un attimo online e se ne possono trovare dei tipi più svariati. Si passa da alcuni di circa 500 euro ad altri del costo di mille euro.

Per un Comune come Avellino e per un uso che la cittadinanza potrebbe farne (semmai anche pagando 5 euro al giorno), il costo di qualche macchina sarebbe davvero irrisorio. Che dite iniziamo a cambiare davvero le cose?