Sono passate circa ventiquattro ore dalla figuraccia dello pseudoconcorso indetto dal comune di Avellino per le nuove assunzioni.
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Anche io sono stato tra le vittime dei presunti brogli che hanno portato all’annullamento di tutto…ecco cosa è accaduto.
Concorso comune di Avellino: orari sballati
Veniamo convocati alle 8 di mattina per le procedure di accettazione che dovevano finire entro le 10, ora di inizio previsto del concorso.
Prima delle 11 e 30 passate però non entriamo tutti nella sala che avrebbe dovuto ospitare il test.
Tra lamentele varie e microfoni che non si sentono veniamo invitati a posare i cellulari che sono stati fatti entrare in aula concorsuale e di predisporci all’inizio del test.
Concorso al comune di Avellino: l’ambiente shock
A sorprendere quasi tutti era l’ambiente in cui si doveva svolgere il concorso.
In primis i riscaldamenti non erano per niente accesi e faceva freddo. Tutti eravamo con i cappotti addosso…e avevamo pagato ben 20 euro.
In più i banchi non erano per niente distanziati tra loro e su qualche tavolo addirittura pioveva acqua dal tetto.
I bagni erano quasi inaccessibili. O meglio ce n’erano circa tre o quattro a disposizione di 1500 persone e, nell’attesa della prova, si era creato una via vai continuo tanto da non riuscire a iniziare la lettura del regolamento.
Concorso al comune di Avellino: caos tra cellulari e mascherine
Durante il via vai generale dei candidati ci viene chiesto di spegnere i telefoni cellulari e i dispositivi elettronici e di riporli sopra al banco, nonostante all’esterno della struttura era evidente il divieto di ingresso di questi dispositivi.
“Il concorrente avrà già lasciato all’esterno della sede concorsuale ogni bagaglio, libro, codice, dispensa o altro documento cartaceo di qualsiasi tipo ed i propri effetti personali ed in particolare eventuali apparecchiature elettriche (telefono, PC portatile, Tablet, orologio digitale, ecc.) e, in caso contrario verrà invitato nuovamente a farlo”.
Questo era scritto nell’avviso sullo svolgimento della prova concorsuale pubblicato sul sito del comune.
Peccato che di questi passaggi non ne è stato rispettato uno. Come si può evincere dai video infatti nemmeno il punto in merito all’obbligo di indossare le mascherine è stato adempiuto.
«Gli operatori di vigilanza e gli addetti all’organizzazione e all’identificazione dei candidati nonché i componenti della commissione esaminatrice saranno muniti di facciali filtranti FFP2/FFP3 privi di valvola di espirazione».
Bene, non tutti i membri della commissione avevano la mascherina come previsto dal regolamento e così potremmo procedere anche per altri punti dell’avviso comunale.
Concorso al comune di Avellino: scatta la protesta
Nel momento in cui la commissione stava cercando di spiegare lo svolgimento del concorso, inizia la protesta.
Il presidente, attuale segretario generale del comune di Avellino Vincenzo Lissa, inizia la lettura delle indicazioni di svolgimento della prova intorno alle 12 con le proteste di alcuni che lamentavano la voce bassa e il microfono poco funzionante.
All’improvviso poi scatta la protesta. Nel momento in cui si stava andando a sorteggiare la prova da somministrare, sembrerebbe che già si stava fotocopiando una delle quattro…come se tutto fosse stato scelto già.
In più c’è chi ha dichiarato che avrebbe visto gente con le domande e le risposte del concorso sul cellulare.
Usare il condizionale purtroppo è d’obbligo in quanto non è stata data alcuna spiegazione ufficiale a noi candidati. Sia la commissione sia un poliziotto con un microfono in mano, hanno provato a calmare i presenti senza però dare una motivazione ufficiale di quanto accaduto.
Intorno alle 13 poi la commissione, dopo aver “sentito” i testimoni su quanto accaduto ha deciso di rinviare il concorso a data da destinarsi.
Concorso al comune di Avellino: una figuraccia tra lacrime e nervi tesi
Il dato più preoccupante è la vera figuraccia che il comune di Avellino e l’amministrazione Festa hanno fatto nei confronti dei cittadini.
Vedere gente venuta da fuori regione con le lacrime agli occhi per il rinvio del concorso è stato straziante.
In più mi sono sentito molto umiliato da cittadino e da candidato. Non è stata dimostrata la minima vicinanza per quanto accaduto da parte dell’amministrazione comunale che, con una nota, ha spiegato di essere alla ricerca dei “sabotatori”.
Dall’inizio del comunicato, nemmeno per una volta, è stata citata una parola: “scusa”. Ecco a questa città non serve il sindaco Sherlock Holmes ma un amministratore che ammette gli errori fatti e le brutte figure.
Sì perché per Avellino questa è stata davvero una brutta figura. A capo della commissione di concorso c’erano due dirigenti comunali e questo ha aggravato ancor di più il danno d’immagine per l’ente.
A questo punto dopo oltre ventiquattro ore, da umile e semplice avellinese di 19 anni chiedo io scusa a tutti. Chiedo scusa a tutti coloro che hanno speso soldi per venire ad Ariano Irpino a svolgere un concorso.
Chiedo scusa a coloro che sono venuti dalle altre parti dell’Irpinia, dal napoletano, dalla Puglia e da tutti gli altri territori.
Avellino non merita la brutta figura che ha fatto davanti a tutti ieri mattina. Avellino è altro. Saranno davvero puniti i responsabili di tutto ciò?Chissà…ma questa è un’altra storia, enjoy!
Caro Antonio, non verrà punito nessuno, così come è accaduto per la geniale pista ciclabile di viale Italia….
È semplicemente vergognoso e umiliante… non ho parole per esprimere la rabbia, da cittadina avellinese, per come vengono gestite le cose. Tutta la mia solidarietà per i candidati. È come dire” cercate altrove “!
Caro Antonio, purtroppo questa è l’amministrazione Festa,assente completamente e mai vicina alle vere esigenze delle nostra città. Mi sembra che si viva alla giornata senza saper dove intervenire (basti vedere il Tunnel ancora fermo o la metropolitana leggera), e purtroppo il concorso è stata la ciliegina sulla torta. Mi auguro solo che alle prossime elezioni possa cambiare qualcosa… Ma dubbito.
E come dico a tutti i giovani SCAPPATE! Sono città che devono finire svuotate dai giovani e dalle menti eccelse che le autorità, chiamiamole cosi’ tanto per ridere, non sanno coltivare.