Avellino e Solofra, stop al taglio selvaggio di alberi

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Fermate lo scempio del verde pubblico in Provincia di Avellino. Ogni giorno in diversi comuni assistiamo a tagli e potature sconsiderate che non fanno altro che danneggiare per sempre le piante.

Vedremo dove la situazione è davvero a rischio in Irpinia, i paesi dove si rischia di più, insomma. E poi capiremo come funziona una potatura corretta e quando la capitozzatura crea danni irrimediabili

Potature: non fanno sempre bene

Non tutti gli alberi sono fatti per essere potati e nessuna pianta è pronta alle capitozzature che sempre più spesso vengono praticate da chi gestisce la manutenzione del verde pubblico.

Ogni taglio infatti, provoca alla pianta una ferita che se infettata può dare vita a malattie o a funghi che danneggiano l’albero.

Non bisogna quindi più potare gli alberi? La risposta non è semplice quanto sembra. Le piante vanno aiutate a crescere e la potatura, soprattutto in contesti urbani può servire per motivi estetici. Bisogna però partire dal presupposto che un albero non è una decorazione ma un essere vivente.

La pianta non può essere trattata come si vuole. Le potature vanno fatte seguendo però dei rigidi criteri che cambiano da specie a specie. Non basta tagliare a casaccio dei rami per intenderci.

No alla capitozzatura

La capitozzatura in Italia è una pratica molto discussa alla quale le autorità hanno cercato di mettere un freno. L’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, con un decreto ad hoc infatti ha cambiato il sistema della potatura delle piante.

La capitozzatura è concessa solo se un albero è gravemente malato e si vuole provare a salvarlo, o se si tratta di salici piangenti o gelsi per una questione estetica.

Bisogna infatti «evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione», si legge nel testo .

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Un esempio di capitozzatura

Con la capitozzatura, l’albero attiva le gemme alla base per far crescere nuovi germogli che richiedono un grande sforzo per la pianta. In più si altera la forma naturale dell’albero, la sua estetica e si possono creare futuri problemi alla stabilità della pianta con rischi di rotture.

Grossi tagli come quelli della capitozzatura, diventano un facile punto di ingresso nell’albero per i funghi che degradano la lignina e la cellulosa provocando delle cavità. Così col tempo la pianta perde stabilità e diventa soggetta a crolli improvvisi.

La “capitozzatura legale”

Fatta la legge trovato l’inganno. E purtroppo è il caso anche delle nuove norme sulla capitozzatura.

Molti enti pubblici che continuano ad adottare questa pratica dannosa per l’albero, si giustificano affermando che si tratta di una potatura energetica. Una tecnica usata in inverno, quando la pianta è a riposo vegetativo, per sperare di rinvigorirla con la primavera.

Peccato però, come spiegano gli esperti, che il rischio di far ammalare o di storpiare la pianta è altissimo.

Perchè si fa la capitozzatura?

Rispetto alle classiche potature, la capitozzatura è più economica, semplice e veloce.

Anche se dannosa all’albero, è necessaria circa mezz’ora rispetto alle due o tre ore classiche usate per una potatura. Il personale da impiegare poi, ed è qui il problema maggiore, non deve per forza essere qualificato e quindi ha poca cura della pianta.

Avellino, il caso piazza d’Armi

Da qualche settimana a Piazza D’Armi sono iniziati degli interventi di “potatura energetica”, non documentati sull’Albo Pretorio comunale nel mondo più trasparente possibile (ma questi sono dettagli ndr).

Gli alberi, già sofferenti a causa delle radici tappate dall’asfalto, sono stati tagliati di netto e messi in pericolo dagli addetti ai lavori incaricati dal Comune di Avellino.

Le piante capitozzate sono di una specie molto diffusa in America, la Liquidambar styraciflua. Ed è qui che si evidenzia una totale inesperienza del settore verde pubblico di Avellino.

La Liquidambar styraciflua è una specie che ha bisogno di poche cure e si adatta molto all’ambiente in cui vive. Come dice l’esperto laureato in agraria Stefano Peroni sul sito trafioriepiante.it, «i liquidambar non andrebbero mai potati, salvo qualche sporadico taglio che elimini i rami secchi o storti, per non rovinare il portamento naturale».

Anche sui social molti cittadini hanno protestato contro i tagli ordinati dalla Giunta Festa dicendo «Uccidono la bellezza della città vi sembrerà una giusta potatura…il risultato lo vedremo tra qualche mese».

Solofra: di male in peggio

Purtroppo anche a Solofra è accaduta la stessa cosa se non peggio. Gli alberi di Viale Principe Amedeo sono stati capitozzati non curando le direttive nazionali del decreto Costa.

Per denunciare l’accaduto, tra lo sconcerto e la delusione dei cittadini, il Circolo Legambiente “Valle Solofrana”, ha richiesto al Comune di Solofra un accesso agli atti per conoscere le motivazioni dell’intervento.