Soldati, storie di Covid in musica per aiutare quei bambini

Soldati 2020: il progetto benefico che racconta le testimonianze di chi ha avuto il Covid.

«Tutto è iniziato a giugno 2020. La situazione era abbastanza drammatica. Cercavamo un’idea per fare qualcosa di utile per chi è in difficoltà. Un progetto che fosse utile e bello», così nasce il progetto musicale benefico Soldati.

Creato da Andreina Ariano e Pierluigi Milosa. con l’associazione AVSI per dare una mano a chi più sta soffrendo l’emergenza Coronavirus.

I due ragazzi hanno raccolto, in musica, testimonianze da tutta Italia di chi ha affrontato il Covid in prima persona.

La canzone del progetto

Soldati: dare voce alle vittime del Covid

«L’idea che mi era venuta era quella di dare voce alle persone che avevano vissuto l’incubo del Coronavirus – ha spiegato Pierluigi -. Io personalmente per fortuna, non ho avuto contatti in alcun modo con questa malattia e perciò non mi sentivo in diritto di poterla raccontare da solo».

«Ho chiesto così ad alcune persone di raccontarmi la loro esperienza per poi scriverne una canzone. Volevo creare un progetto benefico, che desse una mano, anche se non avevo ancora chiaro tutto il percorso»

Pierluigi e Andreina hanno contattato famiglie, medici e forze dell’ordine che hanno combattuto, chi direttamente, spesso in prima linea, il covid. Alcune di queste sono volute restare nell’anonimato.

«Ho trovato molta apertura. Qualcuno non sapeva cosa dire. È un’esperienza che a volte lascia senza parole e a volte non sai come raccontare al meglio. Da dove partire per non lasciarti dietro nulla di importante».

Pierluigi Milosa e Andreina Ariano che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.
Pierluigi Milosa e Andreina Ariano che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

Le testimonianze più toccanti

«Una pneumologa di Milano che ha vissuto i primi mesi in una maniera terribile, è rimasta molto scossa – ha detto Andreina -. Non riusciva a dirmi nulla».

«Questo silenzio è stato un elemento importante. Da parte di chi ha vissuto la malattia c’è, anche, voglia di dimenticare. Di mettersi tutto dietro le spalle».

«Siamo stati coinvolti appieno da questo progetto dando la forma più bella possibile a questa canzone».

Pierluigi ha raccontato la testimonianza di un poliziotto. “Io sono poliziotto, ho questa divisa che però non mi trasforma in Superman” con queste parole l’agente ha spiegato la sua lotta in prima linea contro il virus ricordando i 22 giorni di distanza dalla famiglia.

Un medico poi ha lanciato un forte appello. Nel parlare con loro infatti ha detto: “In ospedale si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Proprio questa frase, rieditata dalla celebre poesia Soldati di Ungaretti, ha poi dato il nome al progetto.

Passo dopo passo fino alla pubblicazione

«La canzone era pronta intorno ad agosto. Poi c’è stato un periodo in cui la situazione è peggiorata e non abbiamo potuto registrare nulla. Abbiamo aspettato a febbraio e così la canzone è uscita il 31 marzo», ha detto Pierluigi.

«Quando ho raccolto le testimonianze c’è stato un lavoro di riarrangiamento. Qualcosa ho dovuto tagliarla a malincuore cercando di cogliere l’essenza di quei racconti».

È poi partito tutto il processo di adattamento testuale e arrangiamento musicale grazie anche alla collaborazione gratuita di alcuni giovani musicisti.

«La canzone andava pubblicata e anche l’occhio vuole la sua parte – ha detto Andreina -. Abbiamo cercato di trovare qualcosa che sostenesse il peso del testo. Le nostre facce non erano molto adatte alla situazione».

Andreina e Pierluigi hanno così iniziato a riflettere. All’inizio l’idea era quella di produrre un cartone animato e poi sono arrivati alla sand art (arte con la sabbia ndr).

«La sand artist è stata una persona così creativa da sostenere le nostre idee un po’ folli. Ha capito le esigenze di chi aveva lavorato al testo e ha tenuto fede alla propria percezione di quello che abbiamo raccontato».

Una delle immagini create dalla sand artist.
Una delle immagini create dalla sand artist.

Il progetto benefico

L’intenzione era quella di dare una mano a chi sta più soffrendo a causa di questa pandemia.

Hanno così scelto di associare il progetto Soldati all’associazione Avsi e in particolare alla campagna Tende che punta a sostenere le famiglie attraverso sussidi in termini economici, supporti psicologici ai bambini, distribuzione di materiale igienico sanitario e di sussidi per la Didattica a Distanza.

I primi risultati: come donare

«Qualche feedback già ci è arrivato nonostante non sia passato nemmeno un mese dalla pubblicazione della canzone. Spero che la canzone possa stimolare la raccolta per obiettivi più alti».

Per dare una mano ad Avsi, ci sono due possibilità. Un canale è quello della donazione diretta a Fondazione AVSI inserendo l’iban IT 22 T 02008 01603 000102945081 e la causale “Soldati di Pierluigi Milosa per AVSI“.

Un’altra possibilità è quella di usare la piattaforma gofoundme.

Per ora il progetto ha già raccolto oltre seicento euro (250 sulla piattaforma online e circa 350 con le donazioni dirette).

La testimonianza di un poliziotto che ha combattutto il covid in prima linea
“Io sono poliziotto, ho questa divisa che però non mi trasforma in Superman”

«Avevo l’obiettivo di raccogliere tra i 1000 e i 1500 euro – ha detto Pierluigi -. Siamo già a buon punto. Ovviamente oggi è complicato diffondere l’iniziativa. Stiamo puntando molto sui social, sulle testate giornalistiche e sui programmi televisivi».

«Speriamo presto di poter diffondere questa iniziativa liberamente e speriamo che il progetto arrivi a più orecchie possibili. Sono convinto che gli italiani siano disposti ad aiutare. Speriamo che questa canzone arrivi alle orecchie di quanta più gente possibile».

Covid: la fine è vicina?

Con Pierluigi e Andreina ci siamo soffermati anche sulla pandemia di Coronavirus che stiamo vivendo in questo momento.

«Credo che non stiamo tornando a un anno fa – ha detto Pierluigi -. La percezione è quella lo so. La curva dei contagi scende e poi torna a salire. Io però la vedo in ottica positiva. I vaccini ci sono. In Italia pecchiamo un po’ di organizzazione. Dobbiamo tenere duro, rispettare le norme però non dobbiamo pensare che siamo a un anno fa. Abbiamo delle cure e dei vaccini. La situazione ritornerà alla normalità presto».

«I concerti live con il pubblico mi mancano molto. Ma non credo che passeremo un’altra Pasqua come quella di quest’anno. Abbiamo fatto grandi passi in avanti. Aver avuto un vaccino in tempi così brevi è tanto. Non dobbiamo farci prendere dallo sconforto».

Andreina non è dello stesso avviso di Pierluigi. «La situazione dal punto di vista sanitario è positiva rispetto all’anno scorso. C’è però più stanchezza dal punto di vista personale. È una cosa molto soggettiva. Sembra che non si riesca a fare nulla. Sono stanca però sembra che stiamo alla fine del tunnel. Tutti questi progetti distraggono molto e ci mantengono impegnati».